HomeCronaca sindacaleRecovery Fund. Furlan: "Serve un piano condiviso con le parti sociali"

Recovery Fund. Furlan: “Serve un piano condiviso con le parti sociali”

29 novembre 2020 – “Il piano Next Generation Eu rappresenta una straordinaria occasione per cambiare volto al nostro paese. Ma per fare questo occorre coinvolgere nella selezione delle priorità e degli strumenti tutte le parti sociali e le categorie produttive. Non possiamo polverizzare le risorse in centinaia di progetti ministeriali che rischiano di essere inefficaci sul piano della crescita del paese, dell’occupazione, della modernizzazione del tessuto produttivo, della sostenibilità ambientale, della riduzione del divario tra nord e sud”. È quanto sottolinea oggi in una ampia intervista su “Il Sole 24 Ore” la Segreteria Generale della Cisl, Annamaria Furlan. “Occorre un progetto paese condiviso attraverso un vero dialogo sociale che finora non c’è stato. E sarebbe importante per dare un segnale di unità, come più volte ha sollecitato il Capo dello Stato, che le parti sociali insieme avanzassero al Governo proposte comuni sull’utilizzo delle risorse del recovery fund, su investimenti, ammortizzatori sociali, politiche attive del lavoro. Incontriamoci e discutiamone subito, dico alle associazioni d’impresa”. Furlan reputa utile la creazione di una cabina di regia a Palazzo Chigi per la selezione dei progetti e soprattutto per monitorare poi tutte le fasi di realizzazione degli investimenti. “Sappiamo bene che questo è uno dei punti di maggiore difficoltà del nostro paese: saper spendere le risorse pubbliche con efficacia e nei tempi previsti, con le giuste garanzie per l’occupazione, la sicurezza , la trasparenza. Ma il Governo non ha voluto imboccare la strada di un metodo stabile di dialogo sociale, che peraltro anche l’Europa ha raccomandato a tutti i paesi. Siamo terribilmente in ritardo. Dalla firma positiva dei protocolli sulla sicurezza, quel clima di dialogo responsabile tra il Governo e le parti sociali si è interrotto. E’ prevalsa una linea di autosufficienza del Governo che appare sbagliata, soprattutto in questa difficile di emergenza sanitaria, economica e sociale in cui servirebbe una grande corvegenza per ricostruire il paese”.

La leader Cisl ribadisce anche le critiche del sindacato alla legge di bilancio. “Ci sono dei limiti evidenti nella manovra, come stiamo illustrando ai gruppi parlamentari, ricevendo attenzione da tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione. Sono insufficiente le risorse per le politiche del lavoro, per i contratti di solidarietà, per gli investimenti nel sistema sanitario così gravemente provato dall’emergenza. Non si vogliono utilizzare le risorse del Mes e si rinvia poi ancora una volta la riforma del fisco che è indispensabile per lo sviluppo. Non si finanziano la legge sulla non autosufficienza e la rivalutazione delle pensioni. E poi c’è tutto il capitolo della pubblica amministrazione dove non si affronta il tema dei 350 mila precari e si stanziano appena 400 milioni per il rinnovo dei contratti pubblici. Una lacuna grave considerato che stiamo parlando di tanti lavoratori che hanno garantito servizi essenziali in questi mesi nella sanità, nella scuola, nei corpi dello stato, nei vigili del fuoco e tanti altri comparti fondamentali”. Sullo sciopero proclamatao dalle categorie del pubblico impiego del 9 dicembre, la segretaria della Cisl e’ tranchant.
“I lavoratori pubblici non possono essere definiti per mesi eroi, penso in particolare ai 600 mila lavoratori della sanità pubblica duramente impegnati in questi mesi di pandemia, e poi essere criticati aspramente con argomenti davvero pretestuosi solo per aver chiesto più assunzioni di nuovo personale nei settori pubblici oggi in grande sofferenza e rivendicato il diritto ad un contratto dignitoso. E’ inaccettabile questo tentativo di dividere il mondo del lavoro, da parte di politici, giuslavoristi ed editorialisti. Se Il Governo vuole evitare lo sciopero deve riaprire con senso di responsabilità il confronto e venire incontro in maniera chiara e concreta alle richieste del sindacato. Le distanze non sono enormi. Voglio chiarire un punto essenziale: i 3 miliardi e 775 milioni stanziati dal Governo per il rinnovo, vanno depurati di almeno un miliardo per gli oneri riflessi, e da altre voci che hanno già una destinazione come l’indennità di vacanza contrattuale che è di 448 milioni di euro e la perequazione per le qualifiche più basse che è di 250 milioni di euro. E poi bisogna togliere le indennità specifiche per i lavoratori del comparto sicurezza che ammontano a 210 milioni di euro. Ecco perchè servono almeno 600 milioni di euro in più nella legge di bilancio per poter rinnovare il contratto a milioni di lavoratori che negli ultimi tredici anni hanno avuto solo un rinnovo contrattuale ed hanno perso oltre il 16 per cento del potere di acquisto”.

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Fonte: cisl.it

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