Roma, 2 Dicembre2020. Il 4 dicembre insieme ai lavoratori di via Argine della Whirlpool di Napoli torneremo in piazza, chiederemo al Console Americano di ricevere le nostre istanze. Lo faremo convinti che chi Governa il nostro paese non è all’altezza tutelare gli interessi dei cittadini italiani.
In qualsiasi nazione del mondo si rispettano gli accordi che si sottoscrivono in sede governativa, questo governo invece è stato capace di far cadere anche questa certezza. L’imbarazzante silenzio del Capo del Governo Conte e dei ministri, dopo decine di promesse, puntualmente disattese è la prova che in questi 19 mesi i lavoratori della Whirlpool di Napoli hanno rappresentato, per il Governo e la politica solo una passerella, tutti i ministri nessun escluso, hanno trattato queste famiglie solo come un bacino da dove attingere voti, lo dimostrano le ultime dichiarazioni fatte a mezzo stampa.
Come Fim Cisl napoletana ci aspettavamo che il tempo trascorso fosse utilizzato per spiegare agli americani di Whirlpool che gli accordi si rispettano, soprattutto in un momento dove il mercato dell’elettrodomestico è in una fase di ripresa e grandi trasformazioni. Whirpool stessa per bocca del CEO Marc Bitzer il 23 ottobre scorso dichiara: “il flusso di cassa di Whirlpool Corporation è eccezionalmente forte. Abbiamo battuto il nostro precedente massimo storico di oltre il 50%, registriamo un miglioramento dell’utile operativo del 75%”. In Italia gli altri competitor Candy ed Elettrolux stanno investendo ecrescono in termini di commesse e lavoro.
In Italia invece Whirlpool viene meno ad impegni presi con il Governo e con le organizzazioni sindacali. Una scelta scellerata quella di chiudere il sito di via Argine il tutto aggravato dalla totale incapacità del Governo in 19 mesi di trovare una soluzione a partire dal Ministro Patuanelli .
Se il governo pensa di far calare il sipario su questa vertenza utilizzando il trascorrere del tempo per far prevalere la rassegnazione tra i lavoratori del sito di Napoli si sbaglia, come si sbagliano qui politici che vengono qui per fare propaganda, vogliamo soluzioni non chiacchiere. Non cederemo alla rassegnazione e alla disperazione e fino alla fine difenderemo il sito di Napoli perché si trovi una soluzione lavorativa che tuteli e salvaguardi il futuro lavorativo di tutti. Le fabbriche ricordiamo al ministro e al governo qui al sud sono presidi non solo di lavoro ma di legalità e dignità. È inaccettabile dover lottare prima con la i giochetti e strumentalizzazioni della politica e poi con la multinazionale
Come sindacato non resteremo a guardare l’ennesimo torto Industriale che si consuma ai danni della Città di Napoli e dell’intero territorio..
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Fonte: cisl.it