Dopo il Decreto Ristori quater del 30 novembre – il quarto dei decreti approvati dal Governo per ristorare le attività economiche colpite dalla crisi e dalle restrizioni dei Dpcm – si fa la conta di quante categorie sono stati esclusi dagli indennizzi.
Lo mette in luce Il Sole 24 Ore in edicola oggi:
“l’assenza più vistosa è quella dei professionisti in un quadro in cui prevale una considerazione: i codici Ateco inseriti coprono in troppi casi solo alcune delle categorie di riferimento di un determinato comparto. Prendiamo il settore fiere: ristorati gli organizzatori, quelli con codice 82.30.00, solo il 14% delle aziende di allestitori, secondo dati di Asal Assoallestimenti di FederlegnoArredo, hanno ottenuto aiuti. Stesso scenario nel settore servizi per l’infanzia: ristoro per gli insegnanti privati di corsi di danza, di musica o sportivi, escluse le scuole e i corsi di lingua (codice 85.59.30). Attività ferma da 6 mesi ci racconta la coordinatrice della Rete d’eccellenza Hocus & Lotus Giulia Francese, precisando che l’anno scorso venivano seguiti oltre 14mila bambini. E poi c’è il wedding: fuori le sartorie per abiti da sposa e da cerimonia in una filiera con ristori solo per il codice 96.09.05”.