Circola da qualche giorno la bozza del «Piano nazionale di ripresa e resilienza» (Pnrr) messo a punto dal Governo ed emerge subito la delusione delle associazioni di categoria del Turismo perchè dei 196 miliardi del Recovery fund solo 3,1 miliardi sono stati destinati alla filiera del Turismo e della Cultura.
Le risorse sono ritenute insufficienti per il rilancio dei settori, indubbiamente i più colpiti dalla crisi epidemiologica.
«Sono l’1,58% sui 196 miliardi disponibili – dice Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe- Confcommercio nelle parole riportate da Il Sole 24 Ore in edicola oggi – Mi sarei aspettato un’attenzione maggiore per un settore strategico e siamo preoccupati per le ricadute occupazionali».
Duro anche il giudizio di Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria, che ha bollato le iniziative del Governo a partire dal Dpcm di Natale come ”«una mannaia per l’industria del turismo senza tenere conto delle esigenze dei suoi lavoratori, ormai abbandonati al loro destino dall’inizio della crisi». Se non ci saranno interventi per allentare i vincoli si spera che «almeno gli aiuti di Stato possano essere in grado di coprire gran parte delle perdite subite come avviene negli altri Paesi europei e come finora non è avvenuto in Italia»”.