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Scuola. Gissi (Cisl): “Il problema irrisolto dei trasporti rende impossibile il 75% in presenza”

Roma, 16 dicembre 2020. Per la ripresa delle attività scolastiche in presenza non basta stabilire una data, bisogna fare in modo che per quella data ci siano tutte le condizioni per rientrare in sicurezza. Purtroppo ciò non sta avvenendo proprio sul fattore su cui andrebbe posta maggiore attenzione, cioè il sistema di trasporto pubblico. Ora, se i trasporti non sono in grado di reggere il volume di traffico degli studenti e le scuole sono costrette a differenziare gli orari di ingresso e di uscita, è praticamente impossibile rispettare il criterio del 75% di attività in presenza. Viene di fatto scaricato sulle scuole un problema che non avranno alcuna possibilità di risolvere. La riorganizzazione in turni, con quel criterio, comporta una serie di effetti domino. Dovendo estendere gli orari di servizio su tutta la giornata, si rende necessario aumentare il personale dedicato alla pulizia e sanificazione degli ambienti, la ridefinizione di tutti gli orari è operazione molto complessa, mentre risulta impossibile conciliare gli orari delle numerose cattedre a scavalco. Quanto agli studenti, talvolta provenienti da fuori provincia o da fuori regione, come garantire la disponibilità di mezzi per tornare a casa? E come organizzare la consumazione del pasto a scuola, se i turni si protraggono al pomeriggio? Sono solo alcune delle criticità indotte dalla mancata soluzione del problema trasporti, che tutti hanno sempre detto di considerare prioritario e che invece rimane irrisolto. Ecco perché la quota del 75% si rivela nei fatti impraticabile.
Questo succede quando si continua a ragionare di attività scolastiche senza coinvolgere nella discussione chi dei problemi ha conoscenza diretta e costante, cioè il personale della scuola e chi lo rappresenta. Ai tavoli Prefettizi, che sono il luogo di verifica delle situazioni territoriali, deve essere consentita la partecipazione delle organizzazioni sindacali proprio perché possono apportare importanti contributi in relazione alle criticità organizzative e gestionali dei servizi. Inoltre, considerando la profonda differenziazione territoriale, è opportuno consentire al Prefetto di verificare caso per caso le quote percentuali di didattica in presenza effettivamente praticabili, ragionando non in astratto ma alla luce delle condizioni logistiche su cui si può fare reale affidamento. Non si può continuare ad affrontare questioni così complesse sfornando annunci e contro annunci, servono fatti concreti e non slogan: tutti, in primo luogo la politica, siamo chiamati a dare prova di serietà e di responsabilità in un momento come questo.

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Fonte: cisl.it

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