21 dicembre 2020 “Sul Recovery Fund la seconda chance non c’è, il Governo deve coinvolgerci in fretta”. È quanto sottolinea oggi in una intervista a ‘La Stampa’ la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. “Ha ragione il Ministro Roberto Gualtieri, bisogna accelerare con i progetti del Recovery Fund. Ed è ora di condividerli con le parti sociali. Ma vede, qui il problema è che il Governo non riesce ad uscire dalla fase degli annunci ed andare oltre la logica dei ristori e della cassa integrazione Covid. Stavolta l’Italia non avrà una seconda occasione, ma l’Esecutivo sta facendo troppo poco per sfruttarla. Così il Paese non si cambia” aggiunge la leader Cisl. “Noi siamo ben felici di sederci al tavolo, la concertazione sui progetti, del resto, è una richiesta esplicita dell’Ue, ma davvero adesso bisogna andare oltre gli annunci se si vuole evitare, come notava Mario Draghi, di fare solo debito per i nostri figli e sprecare risorse. E questo vale per i progetti del Recovery, dove c’è troppo poco per la sanità territoriale ed il lavoro, ma anche per la manovra, per il Mes, che va preso al più presto e per tanti altri dossier che sono fermi da molto tempo senza che si capisca il perché. Qualche esempio? I cento commissari per altrettante grandi opere bloccate dove sono finiti? E il progetto Cdp-Tim per la banda larga? Questi sono ritardi tutti italiani, su partite che il Governo potrebbe e dovrebbe sbloccare per dare subito ossigeno all’economia, prima di incassare ed investire i fondi Ue» sottolinea Furlan.
“Nella Legge di Bilancio al momento c’è troppo poco per la Pubblica Amministrazione, per la riforma del fisco e le politiche attive per il lavoro. Così come nelle linee guida per il Recovery c’è troppo poco per la scuola, che ha bisogno di digitalizzazione, di edifici sicuri e di investimenti sul personale: sono due temi che si legano, perché servono a dare ossigeno al ceto medio e maggiori opportunità di lavoro alle fasce deboli quali oggi sono le donne ed i giovani – ragiona Furlan. Servono interventi poderosi in tutto ciò che crea coesione sociale e prospettive di occupabilità soprattutto nel Sud. E invece quando parliamo di scuola ci impantaniamo in discussioni lontane dalla realtà sulla riapertura, che è un obiettivo sacrosanto ma viene perseguito senza parlare del trasporto in sicurezza, dei tamponi rapidi nelle classi e delle 60 mila cattedre scoperte”.
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Fonte: cisl.it