Entra nel vivo il dibattito sulla obbligatorietà dei vaccini spinto soprattutto dai numeri importanti dei rifiuti tra i lavoratori della sanità e dell’assistenza agli anziani, ai disabili e ai non autosufficienti (ben superiori al 20%).
Quali iniziative intende prendere il Governo per favorire la massima diffusione del vaccino anti-covid19?
Un risposta la offre il quotidiano La Stampa in edicola oggi che sottolinea come in sede governativa il tema sia stato affrontato e chiarito:
“il problema è stato affrontato dal comitato nazionale di bioetica (incardinato nella presidenza del Consiglio) il 27 novembre scorso: «E’ sempre auspicabile – scrivono – il rispetto del principio che nessuno subisca un trattamento sanitario contro la sua volontà». Meglio, un’adesione spontanea. Il Comitato lascia però uno spiraglio. «Nell’eventualità che perduri la gravità della situazione sanitaria e l’insostenibilità a lungo termine delle limitazioni alle attività sociali ed economiche, il Comitato ritiene che, a fronte di un vaccino validato dalle autorità competenti, non vada esclusa l’obbligatorietà, soprattutto per gruppi professionali che sono a rischio di infezione e trasmissione». Sintetizza il presidente Lorenzo D’Avack: «Un eventuale obbligo dovrebbe coinvolgere prioritariamente solo alcune categorie, come medici e insegnanti»”.
Dunque il Comitato nazionale di bioetica ha suggerito la soluzione al Governo: nessun obbligo nella prima fase, da valutare invece l’introduzione dell’obbligo più in avanti a partire dai gruppi professionali più “sensibili” per il tipo di lavoro che svolgono.
(In foto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte)