Ancora pochi mesi e termineranno i provvedimenti dell’emergenza covid, compresa la cassa integrazione oggi gratuita per tutte le aziende. Il futuro, non molto lontano, è quindi un ritorno agli ammortizzatori sociali pre-covid: a pagamento e con limiti e requisiti specifici a seconda dei settori.
Resta però il problema delle aziende prive di ogni forma di ammortizzatore sociale che il Governo, dal Decreto Cura Italia in poi, ha tutelato con la cassa integrazione ”in deroga”.
Per queste, solo per queste, secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore in edicola oggi, vi sarà una proroga:
“un’uscita più graduale dagli ammortizzatori emergenziali, cioè non onerosi per i datori, che potrebbero proseguire, ma nella sola componente in deroga, per assicurare un sostegno al reddito ai settori del terziario, turismo e piccolissime imprese del commercio in testa (a regime il Fis non copre le aziende sotto i 5 dipendenti, ndr). Per questi settori e imprese, colpiti forte dalla crisi, si starebbe ragionando su una nuova tranche di cig in deroga (un numero esatto ancora non è stato stabilito) con un costo stimato intorno ai 5 miliardi di euro, che rafforzerebbe l’attuale cig in deroga Covid-19, che, in base alla manovra, può essere richiesta dal 1° gennaio al 30 giugno (creando una disparità con la cig ordinaria Covid-19 che invece finisce il 31 marzo)”.
Dunque un intervento legislativo di sostegno potrebbe arrivare per queste aziende, che in base alla Manovra approvata la settimana scorsa hanno diritto comunque a 12 settimane nel periodo dal 1° gennaio al 30 giugno. Solo per queste il Governo potrebbe prevedere un prolungamento oltre le 12 settimane che sarebbe gratuito.