Dal Mes all’intelligence, da Autostrade al Ponte sullo stretto, dalla “svolta garantista” in materia di giustizia alle prossime comunali. C’è di tutto nell’elenco in 30 punti sulle “questioni politiche aperte” in maggioranza mandato il 6 gennaio da Matteo Renzi al dem Goffredo Bettini, considerato il braccio destro di Nicola Zingaretti e fra i principali artefici del governo giallorosso. Un documento con cui il leader di Italia viva ha messo sul piatto del Pd “i punti aperti già introdotti anche nel tavolo politico che il premier si era impegnato a chiudere entro la fine di novembre 2020. Impegno inspiegabilmente non mantenuto“, si legge. Renzi quindi chiede: “In che tempi si può chiudere un accordo su questi temi? Italia Viva è pronta da mesi. Ma gli altri? Ci sono interlocutori affidabili o si preferisce lo stallo?”.
Nel documento, lungo due pagine e intitolato “Nota per Onorevole Bettini – 6 gennaio 2021“, c’è spazio anche per le critiche alla strategia della ministra Catalfo in materia di lavoro, una stoccata al cashback voluto dal premier (“Ha davvero senso?” si chiede Renzi), l’accusa ad Azzolina per aver preso sulla scuola “provvedimenti assurdi stile banchi a rotelle”. Sul Recovery plan Iv chiede esplicitamente agli altri partiti di maggioranza di “ringraziare Italia Viva per aver aperto questo dibattito” , mentre in materia di nomine politiche si sottolinea la necessità di sbloccare il tavolo. L’ultimo punto sembra alludere alle eventuali alleanze politiche: vengono ricordate le prossime elezioni amministrative a cominciare da “Roma, Milano, Napoli, Torino, Trieste, Bologna”. In coda Renzi pone delle domande dirette a Bettini: “Con chi si scrive un accordo serio? Chi garantisce che gli impegni si mantengano?”. Ecco tutte le questioni sollevate, nell’ordine in cui vengono proposte dal leader di Iv.
1. Il primo punto riguarda il lavoro. “Reddito di cittadinanza, navigator, futuro di Anpal, gestione di Inps, decontribuzione e modifiche Jobs Act: qual è la strategia? Quella dell’intervista di Catalfo al Corriere?”, chiede Italia viva, attaccando la ministra. “Quale strategia quando saranno sbloccati i licenziamenti?”. Poi la critica alla presunta mancanza di fondi nel Recovery per i giovani e “la necessità di un piano strategico su formazione e inclusione. L’ammortizzatore sociale unico”.
2. “Rapporto investimenti / Bonus (compreso il superbonus 110%). Il ruolo delle infrastrutture”, è il secondo punto. I renziani chiedono “una scommessa keynesiana sullo sblocco dei cantieri. Il piano finale su chi fa cosa e quando. I temi di cui discutere dall’Alta Velocità al Ponte sullo stretto fino alle piccole opere già cantierabili su cui sbloccare i comuni che sono pronti a spendere ma sono frenati dalla burocrazia”. Nel calderone c’è spazio anche per “Porti e Aeroporti. Alitalia. Il ruolo dei sindaci”.
3. “Autostrade, revoca, rapporto con Atlantia e con i fondi internazionali”. Renzi vuole “una decisione definitiva capace di reggere alla prova del diritto, non di facebook: basta populismo”.
4. Al punto quattro c’è Cassa depositi e prestiti: “Quanto deve entrare nelle aziende? Con quale scopo? Come gestire le grandi partite dalla rete unica a Telecom, dai pagamenti digitali al settore moda / turismo? Quale solidità finanziaria ha oggi CDP?”.
5. Il documento prosegue sul tema del risparmio. “Non solo PIR e Casse. Come valorizzare questo asset per investimenti in Italia. Evitare in tutti i modi l’aumento delle tasse o peggio ancora la patrimoniale, trovando strumenti per rendere conveniente investire questo risparmio in Italia e non all’estero. I problemi delle banche in Europa e in Italia e la strategia sul credito”.
6. “La politica industriale. Opportunità e problemi dell’automotive dopo la nascita di Stellantis. E segnatamente la filiera dell’acciaio: quale orizzonte, da Brescia a Taranto? Le grandi aziende. Il rilancio delle Pmi. Come scommettere sulle piccole realtà. Quale futuro per il 4.0 voluto dai nostri governi e rilanciato in modo non organico adesso”.
7. Il settimo punto è ancora più generico, non chiarisce quale sia la linea dei renziani in materia: “Il made in Italy e l’export, a cominciare dall’agroalimentare”, si legge.
8. Stessa cosa per il punto 8: “La filiera della difesa, dai rapporti con la Nato fino agli investimenti di Leonardo in Italia e all’estero, la cybersecurity, la ricerca, i progetti Cingolani”.
9. Al nove arriva uno dei dossier che sono – almeno ufficialmente – alla base della crisi ventilata da Renzi. “L’intelligence, i rapporti con gli americani dopo Barr e con la nuova amministrazione, le agenzie. L’autorità delegata”, scrive il leader di Iv.
10. “La politica di sicurezza e immigrazione/inclusione. Dopo il superamento dei decreti Salvini quale strategia, dalle nostre periferie fino al Mediterraneo?”
11. In politica estera Renzi chiede di porre attenzione a diversi temi: “La relazione con la Cina, il ruolo crescente della Turchia, la nostra presenza assenza in Libia, il futuro dell’Africa, le sfide della Brexit, la diplomazia culturale. Sullo sfondo la nostra amicizia indissolubile con gli Stati Uniti e il ruolo della nuova Casa Bianca. Il nuovo protagonismo italiano in Europa”.
12. Poi viene il nodo della lotta all’evasione fiscale. Renzi attacca una delle misure volute dal premier, il cashback, che solo a dicembre ha racimolato quasi 6 milioni di iscritti. “Ha davvero senso spendere così tanto per il cashback come in Portogallo quando il modello italiano funziona meglio con fatturazione elettronica e digitale? Come andare verso una cashless society in modo serio e senza spot”, scrive Renzi nel documento.
13. Otto parole al punto tredici: “La riforma fiscale e la fiscalità di vantaggio”.
14. “La famiglia. Il family act pensato alla Leopolda, approvato in Cdm e attuato nella parte dell’assegno universale. Come portare avanti l’intera riforma”.
15. Poi ci sono i diritti. “Manca tutta la parte disabilità e sociale su cui Noja / Faraone e molti di Iv hanno incalzato in questi mesi trovando un sostanziale muro di gomma”, accusa Renzi.
16. “L’economia sociale. Il terzo settore. I motori innovativi di sviluppo. L’economia civile. Come investire su questo settore”.
17. Al punto 17 arriva la sanità. Renzi pone sul tavolo diverse questioni: “Una visione strategica della sanità 2030, il Mes, l’investimento nella farmaceutica. L’imbuto formativo e le scuole di specializzazione. Il ruolo della medicina territoriale, la sfida della medicina personalizzata. L’innovazione applicata alla salute, dai Big Data alla diagnostica”.
18. “Il decreto semplificazione, il ruolo dei commissari, le critiche di Zingaretti sul punto, le unità di missione su scuola e dissesto idrogeologico da riattivare subito perché hanno prodotto risultati concreti”.
19. Sempre in tema di scuole, Renzi solleva “il problema della gestione di scuola università e ricerca in questa fase: il bisogno di certezze, di visione e di risorse. La necessità di smetterla con provvedimenti assurdi stile banchi a rotelle. Il piano Amaldi per la ricerca. La scommessa mancata di Human Technopole. Gli asili. La mancanza del tempo pieno al Sud”.
20. “Il ruolo di cultura e turismo non solo dentro il Recovery ma come volano di sviluppo per l’Italia di domani; la valorizzazione della Rai e non di ‘Netflix’ private; lo Ius Culturae per chi studia in Italia.
21. Renzi chiede quindi una “commissione di inchiesta su Covid” e una serie di “commissioni bicamerali (fakenews e non solo)”.
22. Capitolo ambiente: “COP26, strategia ambientale, gli ecoreati, il ruolo di Eni Enel Snam Saipem. Il ruolo decisivo dell’agricoltura nella transizione ambientale. I green jobs. I rifiuti e l’economia circolare. Una visione realmente valoriale della risorsa acqua”.
23. “L’innovazione e Pa. Il progetto IO originariamente pensato come motore di cambiamento di tutta la PA. Il 5G. IoT, Big Data, Artificial Intelligence. La robotica e l’impatto sul lavoro”.
24. Al 24 arriva la giustizia, su cui i renziani chiedono “una svolta garantista contro il giustizialismo. Il tema posto da Bettini della separazione delle carriere. La prescrizione. La lotta contro la corruzione e il ruolo di Anac. Le carceri. La lite temeraria”.
25. “Le politiche dello sport ma soprattutto il rischio che il Cio tolga la bandiera al Coni 26“. Poi c’è il tema del Recovery plan: “La sua governance, le novità che stiamo aspettando di leggere dopo le critiche. La necessità di ringraziare Italia Viva per aver aperto questo dibattito. Noi pensiamo a un Paese che tra dieci anni sia leader mondiale nella valorizzazione del capitale umano tenendo insieme cultura educazione ricerca e innovazione. Non a un elenco di progetti scollegati”.
27. Si arriva infine alle riforme istituzionali. Italia viva vuole “il rispetto del Parlamento nelle forme e nella sostanza. Tutto come indicato dal discorso parlamentare del senatore Zanda nell’approvazione del Bilancio 2021 durante la conferenza stampa di Conte e Casalino a Palazzo Madama. La riforma dei regolamenti parlamentari dopo il referendum”.
28. “Riforme istituzionali, costituzionali (revisione titolo V e superamento bicameralismo), legge elettorale“. Un dossier, questo, che i renziani stessi hanno stoppato nei mesi passati.
29. “Le nomine rimaste sospese per le quali il tavolo è bloccato da mesi (IV ha rinunciato alle nomine a differenza di altri, come si è visto sulla vicenda Consap). Nomine istituzionali“.
30. L’ultimo punto è tutto politico: “Elezioni amministrative a cominciare da Roma Milano Napoli Torino Trieste Bologna. Suppletive Siena. Regionali Calabria“.
L’articolo Da Autostrade al ponte sullo Stretto, fino alle nomine: i 30 punti mandati da Renzi a Bettini sulle “questioni politiche aperte” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Fonte: ilfattoquotidiano.it