Lo ha annunciato ieri il Premier Giuseppe Conte durante il suo discorso al Senato. Il Decreto Ristori 5 ”passerà” oggi alle Camere che dovranno esaminare la richiesta del Governo di prevedere un nuovo scostamento di Bilancio: ulteriori 32 miliardi di euro.
Ma i soldi potrebbero non bastare. Ecco allora che si fa largo un’ipotesi, quella di un taglio ai ristori prevedendo più stringenti paramentri di accesso.
Ne parla Il Sole 24 Ore in edicola oggi:
“L’idea di fondo è quella di erogare gli aiuti a fondo perduto a tutte le categorie, professionisti inclusi, colpite direttamente o indirettamente dalle misure anti Covid. Addio, dunque, ai codici Ateco e soprattutto alla base di calcolo fondata sulle sole perdite di aprile 2020 rispetto allo stesso mese del 2019. Si guarda soprattutto al secondo semestre 2020 se non addirittura ai danni subiti in tutto l’anno. Per il calo del giro di affari si starebbe prevedendo una soglia di ingresso ai ristori del 33%, con un’ipotesi di elevarla anche al 50% se i soldi non bastassero, mentre per le somme da erogare si guarderebbe per la prima volta alle spese fisse non coperte dagli aiuti già in vigore”.
Dunque secondo il quotidiano economico la strada per arrivare ad ottenere i ristori a fondo perduto potrebbe mettersi in salita per le aziende, autonomi e partite Iva: se venisse elevata la soglia di accesso al 50% di riduzione del fatturato sarebbero esclusi tutti coloro che hanno avuto un calo inferiore al 50%.
(In foto il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri insieme al Premier)
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