Non c’è nessuna traccia nelle dichiarazioni politiche della Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, né negli atti politici del Governo, di una concreta volontà di mettere mani al sistema pensionistico e rivedere la Legge Fornero.
Nel frattempo la soluzione sperimentale triennale di Quota 100, che sarà attiva fino alla fine dell’anno in corso, registra un numero di adesioni ampiamente al di sotto delle aspettative fino al punto che le risorse non spese, che costituiscono risparmi consistenti (6,8 miliardi se si contano anche le altri misure come Opzione donna) potrebbero essere rimessi in gioco per una sua “mini-proroga”.
Lo si apprende da Il Sole 24 Ore in edicola oggi:
“al di là delle promesse dell’attuale esecutivo dimissionario, il cantiere della nuova riforma è praticamente fermo da mesi. E, con il trascorrere del tempo, comincia a circolare con sempre più insistenza l’ipotesi di una mini-proroga, almeno fino ai primi mesi del 2022. Una soluzione che, a prescindere dalla volontà di una parte della maggioranza uscente (Pd e Iv in primis) di abbandonare l’attuale sistema di uscite con almeno 62 anni d’età e 38 di contributi, rischierebbe però di complicare ulteriormente il già sofferto cammino del Recovery plan italiano. Anche perché la Commissione Ue, che ha nel mirino “Quota 100” fin dal suo concepimento così come lo stop fino al 2026 dell’adeguamento automatico all’aspettativa di vita dei trattamenti anticipati, considera di fatto il ritorno al solco della riforma Fornero come una delle condizioni implicite per gestire in autonomia i 209 miliardi di aiuti europei”.