Quelle che doveva portare il Decreto Ristori 5, congelato per bon-ton istituzionale dal Governo uscente, erano risorse che mai come in questo momento sarebbero state fondamentali per dare respiro ad aziende e lavoratori in crisi ed arginare così, almeno in parte, le conseguenze dell’emergenza.
Molte sono le categorie in attesa di un aiuto da parte dello Stato, lo stesso Stato che li ha costretti a chiudere e restare a casa in nome dell’emergenza pandemica.
A dare risalto alle conseguenze gravi a cui spingerebbe questa situazione di stand-by è Il Fatto quotidiano in edicola oggi:
“a chiedere di sbloccare gli aiuti sono anche i ristoratori e baristi, costretti a vivere nell’incertezza fatta di coprifuoco, chiusure al pubblico e consegne a domicilio. Il 2020 segna 40 miliardi di minor fatturato. Di fronte a un danno di questa portata, abbiamo ricevuto ristori per soli 2,5 miliardi, spiega il vicepresidente vicario di Fipe-Confcommercio, Aldo Cursano. L’appello è a fare presto per evitare che il blocco dei nuovi ristori porti a un’ondata di chiusure”.
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