4 febbraio 2021 – Alla vigilia della giornata nazionale per la prevenzione dello spreco alimentare, promossa per il 5 febbraio, Claudio Risso, Presidente di Terra Viva, l’associazione di produttore agricoli della Cisl, rilancia l’appello alle aziende associate a promuovere e sostenere un’agricoltura responsabile, sostenibile e solidale e a ridurre lo scarto durante la filiera produttiva.
I dati che emergono dallo studio ‘Spreco, il caso Italia’ di Waste Watcher International Observatory – Università di Bologna Last Minute Market su dati Ipsos, che saranno presentati domani, sottolineano come nel 2020 sia diminuito dell’11,78% lo spreco alimentare, recuperando 222 mila tonnellate di cibo. Le famiglie, nell’anno del covid-19, hanno scartato “solo” 27 kg annui di cibo a testa (529 grammi a settimana). L’Italia rimane ancora lontana dagli obiettivi europei ma ha sicuramente intrapreso un percorso virtuoso, così come indicato anche dalla legge nazionale 166/2016, che promuove le riduzione degli sprechi lungo tutta la filiera agro-alimentare, favorendo il recupero e la donazione dei prodotti in eccedenza.
“Una tendenza e un segnale molto positivo che rilancia i temi della sostenibilità, come richiesto anche dal Target 12.3 dell’Agenda UE 2030, per dimezzare, nei prossimi dieci anni, lo spreco alimentare globale pro-capite – sottolinea Claudio Risso – Anche le imprese agricole svolgono un ruolo centrale nella riduzione degli sprechi durante la fase di produzione e di trasformazione, proprio per questo rilanciamo l’invito a impiegare le migliori tecnologie sostenibili in agricoltura, sfruttando anche le risorse e i fondi per innovazione e ricerca, accorciando il più possibile i passaggi della filiera produttiva.”
La giornata contro lo spreco alimentare riporta l’attenzione sui quasi 3milioni gli italiani costretti a chiedere aiuto per il cibo, con la distribuzione di pacchi alimentari o frequentando le mense gestite dal Terzo Settore.
“In occasione di questa giornata, e della campagna “SprecoZero”, rinnoviamo la proposta lanciata alle nostre aziende durante la prima fase dell’emergenza pandemica, di destinare eventuali eccedenze alimentari o residui accumulati nella fase di trasformazione, alle associazioni del territorio, tra le quali le Caritas e gli empori solidali. Sono molte, e diversificate, le azioni che possiamo mettere in campo per evitare lo spreco e allo stesso tempo dare una piccola risposta a questa grande marginalità” conclude il presidente Risso.
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Fonte: cisl.it