Mentre si sta formando il nuovo Governo a guida Mario Draghi si discute in questi giorni di cosa fare del Reddito di cittadinanza.
In molti, anche tra le forze politiche che andranno a sostenere il nuovo Governo, sono convinti che abbia fallito come strumento di politica attiva del lavoro – funzionale cioè a far transitare il beneficiario da uno stato di disoccupazione a uno di occupazione – mentre sia stato comunque utile come strumento di contrasto alla povertà.
Ad evidenziare la principali criticità del sistema di incentivi che scoraggia le assunzioni dei percettori del Rdc è il quotidiano Il Sole 24 Ore in edicola oggi:
“Non sono previsti incentivi per le assunzioni a termine, che in un periodo di incertezza, sono quelle più alla portata delle aziende (al netto delle rigidità del Decreto Dignità). Lo scarso utilizzo dell’incentivo poi è legato ai pochi contratti permanenti firmati. A dicembre erano 1,25 milioni i nuclei familiari beneficiari di Reddito o Pensione di cittadinanza”.
Manca quindi un incentivo per favorire la forma contrattuale (contratto a termine)più utilizzata specie in un periodo di incertezza economica come questa, la sensazione è il nuovo Governo dovrà provvedere anche in questa direzione.