Il governo che tra qualche giorno sarà guidato da Mario Draghi dovrà entrare subito nel vivo dell’emergenza economica e sociale, contando su un ‘tesoretto’ di quasi 32 miliardi di euro lasciato in dote dal governo Conte. Si tratta delle risorse per le quali è stato richiesto e ottenuto dal Parlamento il via libera allo scostamento di bilancio, che dovevano servire a finanziare il Decreto Ristori 5.
Sarà approvato il Decreto Ristori 5? Secondo quanto scrive l’agenzia di stampa Adnkronos.it, riprendendo fonti politiche di maggioranza, la risposta non è poi così tanto scontata:
“Di quei 32 miliardi il governo uscente ha speso solo ‘briciole’ – poco più di 200 milioni- per rinviare a fine febbraio lo stop alle cartelle esattoriali. Niente ristori cinque, anche se Conte e i suoi avrebbero potuto gestirli come affari correnti, vista l’emergenza. Lì avrebbero trovato spazio anche le misure per la Cig, la sanità, gli enti locali, la scuola e i trasporti. Si è deciso di agire diversamente e ora la palla resta nella metà campo dell’ex uomo di Francoforte. Che dovrà decidere se e come spenderli, perché nulla al momento appare scontato”.
Dunque sembrerebbe che non vi siano certezze intorno al Decreto Ristori 5, Draghi potrebbe intervenire su due aspetti. Decidere di non utilizzare la risorse dello scostamento di Bilancio – ipotesi che ci sembra assai improbabile vista la grande e diffusa attesa da parte degli italiani – oppure intervenire nelle modalità di erogazione.
Chiaro che la “bozza Conte” del ristori 5 è stata impostata sul modello dei precedenti decreti, con l’aggiunta di qualche novità (ad esempio il venir meno dei codici Ateco per l’attribuzione degli indennizzi), ma appare altrettanto evidente che un nuovo governo, peraltro sostenuto da forze politiche nuove (Fi e Lega in primis) potrebbe voler dare un segnale di discontinuità rivedendo il piano di aiuti.