Ieri i sindacati hanno incontrato via web il neo Ministro del Lavoro Andrea Orlando, Pd, per fare il punto su ammortizzatori sociali e blocco dei licenziamenti in scadenza al 31 marzo. Dopo questa data, senza un intervento di proroga, le aziende potranno tornare a licenziare applicando le regole e i limiti previsti dalla legislazione ordinari.
Ma i sindacati sono preoccupati perchè ci sarebbe un massiccio ricorso ai licenziamenti per ragioni economiche, né vale la pena portare avanti la filosofica confindustriale per cui vanno fatte distinzioni da settore a settore, proseguendo con il “divieto” per i soli settori fortemente in crisi.
Lo spiega la Segretaria Generale CISL Anna Maria Furlan sul Corriere della Sera in edicola oggi sulle cui colonne “sottolinea come un blocco selettivo dei licenziamenti non risolverebbe il problema visto che molte aziende del settore metalmeccanico lavorano per quelle del terziario e che tutti i settori alla fine sono collegati tra loro”.
Dunque secondo la Leader sindacale l’esclusione dal blocco dei licenziamenti dei settori considerati “non in crisi” (come il manifatturiero), penalizzerebbe ugualmente quei lavoratori poichè buona parte di essi fa parte di aziende manifatturiere che – nella logica dell’indotto – lavorano per turismo e terziario (settori in profonda crisi), con il rischio di provocare un pesante fuoriuscita di personale.