Roma, 4 marzo 2021 – “Siamo nel pieno di una emergenza che non ha precedenti, fino a quando perdura l’emergenza sanitaria e la crisi economica sarà così pesante dobbiamo rafforzare le misure di protezione sociale“. E’ quanto ha dichiarato oggi il Segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, ospite della trasmissione ‘Coffee Break’ in onda su La7.
“Penso ai lavoratori fragili che hanno difficoltà a rientrare nei luoghi di lavoro, penso al tema dell’investimento che dovremo fare sulla formazione e poi tenere vivo questo dibattito sulla sicurezza perché tanti sono i morti sui luoghi di lavoro. Dobbiamo rinnovare l’informazione, la comunicazione l’ impegno delle parti sociali a fare di questo tema una priorità”.
“E poi c’è la questione presente e di prospettiva. Dobbiamo accelerare il piano di vaccinazione. Questo significa che il Governo -spiega Sbarra- deve mettere in campo interventi finalizzati ad acquisire l’approvvigionamento, aprire i centri di vaccinazione assumendo personale dedicato. Le parti sociali sono pronte a dare la disponibilità con relazioni sindacali partecipative, con accordi aziendali per creare le condizioni affinché si acceleri con vaccinazione nei luoghi di lavoro. Questo è un tema di natura etica, un diritto-dovere dei lavoratori fare i vaccini per tutelare se stessi e la collettività”.
E alla domanda sulla questione della privacy, se il datore di lavoro deve essere informato o meno della vaccinazione effettuata dai suoi dipendenti, il Segretario risponde: “Se non c’è obbligo di legge, si va in contrasto con l’art. 32 della costituzione. Come sindacati stiamo facendo una campagna di forte sensibilizzazione, di comunicazione, di informazione, cercando di contrastare le fake news e anche tanta demagogia, tanto populismo, pensando che andare avanti speditamente con il piano vaccini significa rallentare e sconfiggere il Coronavirus e creare le condizioni per la ripartenza economica e sociale”.
“Siamo ancora nel pieno di un’emergenza sanitaria, economico-sociale-occupazionale, aggiunge Sbarra, che non ha precedenti nella storia della Repubblica. Fino a quando perdura l’emergenza sanitaria e la crisi economica sarà così pesante dobbiamo alzare e rafforzare le misure di protezione sociali verso le lavoratrici e i lavoratori. Ciò significa che dobbiamo andare avanti con il blocco dei licenziamenti e aprire uno spazio affinché si apra una vera discussione sul tema di cambiare la prospettiva, riformare gli ammortizzatori sociali, rendendoli universali, solidaristici, inclusivi, mutualistici, di tipo assicurativo. Nessuno può restare indietro e nessuno può restare senza retribuzione. E quando si parla di inclusività nel sistema degli ammortizzatori sociali il pensiero va alle micro-aziende sotto i 6 dipendenti che non hanno alcuna misura di protezione sociale. E poi bisogna estendere le tutele a lavoro autonomo, ai parasubordinati. Indipendentemente dalla tipologia contrattuale occorre garantire diritti e tutele alle persone”.
“Abbiamo opportunità che ci arrivano dalla Ue. Secondo noi non c’è un problema di risorse, con i decreti che abbiamo alle spalle, il decreto Cura-Italia, al decreto Rilancio, al decreto agosto e ai ristori, gli stanziamenti che sono stati programmati, circa 30 miliardi, sugli ammortizzatori sociali hanno avuto un tiraggio che non è andato oltre il 40-45%. Ci troviamo in una dimensione straordinaria che richiede che vengano messe in campo risorse e stanziamenti per finanziare e prorogare la Cig Covid per lanciare un grande piano sulle politiche attive del lavoro che metta al centro il tema della formazione, della crescita delle competenze, delle conoscenze. Ed infine finanziare anche un grande piano sui contratti di solidarietà, difensivi ed espansivi, scongiurare i licenziamenti, evitare esuberi, assicurare tutele e protezioni sociali alle persone. Questa è la posizione che abbiamo formalizzato al Ministro del Lavoro, Orlando” .
“Ci aspettiamo una convocazione da parte di Draghi, il governo è nella pienezza dei suoi poteri. Abbiamo letto le dichiarazioni programmatiche del premier, si è completata la squadra di governo, secondo noi è maturo il tempo per avviare un confronto finalizzato a governare l’emergenza, spegnere l’incendio che sta divampando nel paese e soprattutto ragionare su una strategia e una visione che riguardi il medio-lungo periodo utilizzando adeguatamente le ingenti risorse che stanno arrivando dalla Ue. Dobbiamo fare un patto sociale per la crescita, lo sviluppo, il lavoro, la coesione. Condizione oggi necessaria se vogliamo sostenere i paese per la ripartenza assicurando soprattutto alle giovani generazioni prospettive di certezza sul lavoro”.
“Dobbiamo fare un piano per l’unificazione del paese. Non possiamo accettare che il paese cammini con un motore acceso a metà. Ma per farlo dobbiamo partire dal Sud. Oggi la prospettiva euromediterranea per il Mezzogiorno è centrale: con il raddoppio del Canale di Suez, il Mediterraneo ritorna ad essere crocevia di scambi commerciali, economici e culturali. Ciò significa fare un grande piano mettendo a fuoco alcune priorità quali infrastrutture, politiche industriali, ammodernamento della pubblica amministrazione, investimenti sull’innovazione, scuola, formazione, crescita delle competenze. Il Paese può ripartire attraverso l’eliminazione del divario economico sociale che esiste. Come dobbiamo eliminare anche il divario di genere. Mettere il lavoro come priorità soprattutto per donne e giovani, le fasce di popolazione penalizzate per la perdita di quasi 500 mila posti di lavoro nel 2020. Dare diritti di cittadinanza alle donne, fare una grande campagna contro la violenza, i soprusi e lo sfruttamento. Significa creare le condizioni perché la donna venga valorizzata nel mondo del lavoro e nella società” conclude.
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Fonte: cisl.it