Da ieri è entrato in vigore il nuovo Dpcm Pasqua firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi il 2 marzo, che impone le nuove regole fino al 6 aprile. Si tratta grosso modo della riedizione del vecchi Dpcm Conte con qualche modifica: barbieri e parrucchieri chiusi anche in zona rossa, apertura in zona gialla di cinema e teatri col 25% della capienza dal 27 marzo, scuole di ogni ordine e grado chiuse in zona rossa, ecc.
Ma non basta, i contagi continuano a crescere e gli scienziati tornano a chiedere «regole più stringenti».
La conferma arriva da diversi fonti giornalistiche di primo piano (Corriere della Sera, Il Mattino) che rivelano anche che i ministri della Salute Roberto Speranza e degli Affari Regionali Mariastella Gelmini hanno sul tavolo i report degli scienziati che temono una prevalenza delle varianti, sul ceppo originario, pari al 70% già la prossima settimana.
Per questo non hanno del tutto accantonato la possibilità — già valutata prima del varo del Dpcm Pasqua — di anticipare l’orario del coprifuoco (ora previsto alle 22) alle 21 o addirittura alle 20, di imporre chiusura delle attività commerciali e limitazione degli spostamenti nelle giornate del sabato e della domenica.
Una linea che sarebbe auspicata dal presidente della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini che evidentemente parla a nome di tutte le regioni.