Roma, 11 marzo 2021 – “La Cisl ritiene che la battaglia contro il corona virus si vince solo con un approccio globale alla Pandemia. In questo senso sosteniamo la Campagna “Diritto alla cura. Farmaci e vaccini per tutti”.Così il Segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra, ad un anno dalla dichiarazione da parte dell’Oms dell’inizio della pandemia di Covid-19, in un video pubblicato oggi su Labortv.
“Siamo infatti convinti che nessun Paese sarà in salvo e nessuna economia riuscirà a ripartire, finché non avremo sconfitto ovunque il virus. Il vaccino rappresenta oggi l’arma più efficace per fronteggiare la pandemia e, quindi, deve essere messo a disposizione di tutti i popoli, compresi i Paesi poveri. Per raggiungere tale obiettivo, è necessario ampliare ed incrementare la capacità produttiva. Ciò è però condizionato dai “diritti sui brevetti vaccinali”, di proprietà delle industrie farmaceutiche, che di fatto oggi agiscono in regime di monopolio. La Cisl ritiene che, in questa fase di pandemia mondiale, si debba procedere alla loro liberalizzazione, attraverso la sospensione dei diritti sui brevetti, al fine di favorire, in tempi rapidi, una produzione diffusa dei vaccini, per garantire l’immunità anche nei Paesi a basso reddito. E questo è un compito che spetta ai Paesi economicamente più forti, che non possono limitarsi solo a garantire la copertura vaccinale ai propri cittadini, ma hanno anche la responsabilità di guardare oltre i propri confini, provvedendo ad interventi mirati a raggiungere l’immunità globale. È una questione di giustizia e di umanità, ed è anche l’unico modo di rallentare drasticamente la trasmissione del virus, anche per contenere le varianti, perché sappiamo che la pandemia non rispetta né confini né divisioni razziali o di classe. La Pandemia non è un gioco di potere o una gara tra i Paesi per garantirsi più vaccini, perché questo alla fine condannerebbe tutti. E per “tutti” intendo le nostre società, l’umanità intera. Se c’è una lezione utile, da trovare nel mare di dolore e sofferenza generato da questa pandemia, è che siamo tutti sulla stessa barca”.
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Fonte: cisl.it