I pedagogisti le chiamano «cordate educative», già previste dal Dpcm Conte del 7 novembre, vale a dire un piccolo gruppo di studenti che affianca in didattica in presenza i compagni di classe disabili o con bisogni educativi speciali (Bes) nella presenza a scuola. Che deve quindi restare aperta.
E’ questa la svolta annunciata da una nota del Ministero dell’Istruzione ancora poco conosciuta, venerdì 12 marzo, parallelamente all’emanazione del nuovo Decreto Covid che impone le nuove restrizioni dal 15 marzo, che riguardano anche la chiusura delle scuole.
Lo sottolinea il manifesto in edicola oggi:
“Con l’ultimo dpcm del 2 marzo, il primo dell’era Draghi, questa possibilità era sparita. Con una nota esplicativa del ministero dell’istruzione, venerdì sera, sono state, però, riammesse le «cordate educative». Nel documento firmato dal direttore generale dell’Istruzione, Antimo Ponticiello, si è chiarito che il paragrafo del dpcm del 2 marzo che parla di «effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali» si traduce con «le istituzioni scolastiche (…) al fine di rendere effettivo il principio di inclusione valuteranno di coinvolgere nelle attività in presenza anche altri alunni appartenenti alla stessa sezione o gruppo classe – secondo metodi e strumenti autonomamente stabiliti e che ne consentano la completa rotazione in un tempo definito – con i quali gli studenti BES possano continuare a sperimentare l’adeguata relazione nel gruppo dei pari, in costante rapporto educativo con il personale docente e non docente presente a scuola»”.
Dunque dal 15 marzo le scuole dovranno continuare a garantire il loro servizio educativo per queste categorie di alunni e per un gruppo di compagni di classe che li affiancherà.
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