Nel Decreto Sostegni, in linea con le disposizioni adottate fino ad oggi dagli altri decreti Ristori, i licenziamenti per le piccole imprese restano collegati all’utilizzo degli ammortizzatori sociali.
La Stampa in edicola oggi riporta la parte di testo del decreto nel quale viene spiegata questa nuova disposizione in tema di licenziamenti:
“Nel testo [del dl Sostegni], che nelle ultime ore è stato bollinato dalla Ragioneria generale dello Stato, si specifica infatti che <a decorrere dal 1° luglio il blocco dei licenziamenti è collegato alla fruizione dei trattamenti di integrazione salariale con causale Covid-19>. Quindi ai datori di lavoro che avviino licenziamenti dopo questa data, parliamo – come detto – di piccole attività che prima del Covid non avevano accesso alla cassa integrazione ordinaria, <resta preclusa la possibilità di presentare domanda di concessione dei trattamenti di integrazione salariale con causale Covid-19>. I licenziamenti resteranno consentiti solo in caso di cessazione dell’attività e per fallimento“.
Dunque come sottolinea il quotidiano torinese nel nuovo provvedimento cig e licenziamenti sono strettamente collegati, fino al punto che l’azienda che volesse procedere ai licenziamenti – solo nei 2 casi ammessi dalla legge – perderà il diritto di accesso alla cig covid.
Si ricorda che la cassa integrazione in deroga si applica alle imprese del commercio, del turismo e altri settori che occupano fino a cinque dipendenti e ai datori di lavoro con diverse caratteristiche dimensionali che non beneficiano della cassa integrazione ordinaria e dell’assegno ordinario.
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