In un articolo di qualche giorno fa avevamo parlato della condizione dei lavoratori del settore agricolo, esclusi dal bonus una tantum di 2400 euro. In realtà, non si tratta dell’unica categoria dimenticata nel decreto Sostegni: con loro anche i giovani professionisti e le nuove partite IVA.
Su La Repubblica in edicola oggi leggiamo la drammatica condizione dei nei professionisti:
“Prendiamo avvocati, commercialisti, psicologi, biologi e altri giovani colleghi professionisti freschi di esame di stato, iscritti alle casse previdenziali dei rispettivi ordini solo dall’1 gennaio 2020. Non avranno l’esonero contributivo disposto dalla legge di bilancio del governo Conte e arricchito dal recente decreto Sostegni – che ha alzato i fondi da 1 a 2,5 miliardi – perché non possono dimostrare il calo di fatturato di un terzo tra 2020 e 2019, semplicemente perché nel 2019 avevano appena dato l’esame e nel 2020 hanno lavorato, seppur a singhiozzo. Potranno sì incassare il bonus da 1000 euro, destinato alle sole partite IVA aperte dall’1 gennaio 2019 al 23 marzo 2021 a prescindere dal calo di fatturato”.
Dunque ancora una volta – come accadde nei decreti Ristori dei governo Conte – i giovani lavoratori autonomi sono stati dimenticati dagli aiuti statali.
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