Roma, 7 aprile 2021 – “Il Rendiconto sociale presentato oggi dal Comitato di Indirizzo di Vigilanza dell’INPS, tra i vari interessanti dati esposti, ha messo ancora una volta in evidenza come la previdenza non sia amica delle donne”. Lo dichiara in una nota il Segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga.
“Da un lato gli importi medi dei trattamenti pensionistici delle lavoratrici si confermano decisamente più bassi rispetto a quelli degli uomini e questo gap previdenziale è destinato ad aggravarsi con la crisi determinata dalla pandemia in corso che incide in modo pesantissimo sul lavoro delle donne, dall’altro le riforme degli ultimi anni, con il forte incremento dei requisiti pensionistici, hanno reso sempre più difficile per molte donne accedere alla pensione. Allo stesso tempo è evidente che mancano ancora meccanismi compensativi e servizi efficaci che effettivamente consentano a molte donne di accedere ad attività lavorative adeguate e adeguatamente remunerate per accedere ad una pensione dignitosa. La previdenza delle donne è uno dei temi che vorremmo discutere con il Ministro del lavoro nel quadro complessivo di interventi sul sistema previdenziale che deve guardare all’accesso flessibile alla pensione dopo quota 100, ma anche alla pensione contributiva di garanzia per chi ha carriere discontinue e con basse retribuzioni, alla necessità di tutelare chi svolte lavori gravosi e lavori di cura, all’esigenza di sostenere il potere di acquisto per chi è già oggi in pensione”.
“Da un lato gli importi medi dei trattamenti pensionistici delle lavoratrici si confermano decisamente più bassi rispetto a quelli degli uomini e questo gap previdenziale è destinato ad aggravarsi con la crisi determinata dalla pandemia in corso che incide in modo pesantissimo sul lavoro delle donne, dall’altro le riforme degli ultimi anni, con il forte incremento dei requisiti pensionistici, hanno reso sempre più difficile per molte donne accedere alla pensione. Allo stesso tempo è evidente che mancano ancora meccanismi compensativi e servizi efficaci che effettivamente consentano a molte donne di accedere ad attività lavorative adeguate e adeguatamente remunerate per accedere ad una pensione dignitosa. La previdenza delle donne è uno dei temi che vorremmo discutere con il Ministro del lavoro nel quadro complessivo di interventi sul sistema previdenziale che deve guardare all’accesso flessibile alla pensione dopo quota 100, ma anche alla pensione contributiva di garanzia per chi ha carriere discontinue e con basse retribuzioni, alla necessità di tutelare chi svolte lavori gravosi e lavori di cura, all’esigenza di sostenere il potere di acquisto per chi è già oggi in pensione”.
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Fonte: cisl.it