Dopo il web hanno invaso le piazze italiane animando pacifiche proteste e manifestazioni per chiedere la riapertura delle loro attività commerciali chiuse. Sono i ristoratori, artigiani, titolari di bar, palestre, ambulanti, piscine e altre attività che si sono riunite sotto la sigla #ioapro – scritto rigorosamente con l’hashtag – per chiedere un chiaro segnale alla politica, e il Governo Draghi in primis, di programmare in breve tempo le riaperture in sicurezza e il superamento delle misure restrittive anti-Covid dei decreti.
Qualche piccolo risultato però, gli attivisti in prima linea di quello che al momento sembra essere solo un ‘contenitore comune’ di imprenditori, ma anche partite Iva e dipendenti, che punta dritto a rialzare le serrande, lo ha portato a casa. Proprio martedì scorso quando la protesta si è trasferita a piazza Montecitorio a Roma, davanti alla Camera dei Deputati e a due passi dalla sede di Governo.
Lo scrive il quotidiano Avvenire in edicola oggi:
“«I sindacati di categoria non esistono più, pensiamo di fondare un nuovo movimento: ci sono duecentomila persone tra imprenditori e dipendenti, dalla nostra parte. A Montecitorio una delegazione ci ha promesso una road map sulle riaperture. Se non succederà torniamo in piazza, ma mobiliteremo 20mila persone invece di 5mila»”. Suonano come un avvertimento le parole di Antonio Alfieri e Umberto Carriera, ristoratori di Sassuolo e Pesaro fra i fondatori di #ioapro, sigla con 70 mila attivisti che in 4 mesi ha portato in piazza migliaia di commercianti decisi a rialzare le serrande nonostante i divieti imposti dal lockdown. Un malcontento che monta nel Paese attraversato anche ieri da manifestazioni in diverse città, con ristoratori, negozianti e ambulanti scesi in piazza per esprimere alla politica la propria esasperazione in modo pacifico e irriverente: dai finti mercati senza merce a banchetti con prodotti ‘solo in esposizione'”.
Dunque sembra che i leader di #ioapro abbiano avviato una prima interlocuzione con una delegazione di deputati dell’ampia maggioranza che si sarebbero impegnati ad intervenire sul Governo che sostengono, al fine di trasferire su uno dei prossimi provvedimenti le misure che allenterebbero le restrizioni allo svolgimento delle attività economiche, a partire dal ritorno alle zone gialle.
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