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Moda, artigiani e commercio: aprire in zona rossa con queste regole. Modificare i ristori

Riapertura dei negozi di moda anche in zona rossa, con nuove regole per la sicurezza anti-Covid. Credito d’imposta. Ristori. Sono i punti da cui ripartire per dare un futuro alla filiera della Moda, Abbigliamento, Pelletteria, tra le più colpite dal lockdown e dalle misure restrittive.

Ne sono convinte le associazioni Confartigianato Moda, Federazione Moda Italia-Confcommercio, Cna Federmoda, che in un comunicato stampa fanno sapere di aver incontrato il Sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni, e l’On. Benedetta Fiorini, Segretario della X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera dei Deputati, e di aver condiviso le nuove ‘linee guida per la sopravvivenza della filiera della moda e delle imprese tanto manifatturiere quanto commerciali del tessile, abbigliamento, calzature, pelletteria e accessori’.

Insomma un ‘deciso cambio di paradigma ed di una nuova strategia per salvare le imprese, il tessuto economico e l’occupazione nella filiera di settore”.

Ma come potrebbero riprendere le attività in zona rossa? Trai vari temi discussi c’è stato proprio questo e l’idea che anche gli esponenti politici si sono impegnati a portare avanti sono la riapertura su appuntamento, come già accade in altri paesi europei, oppure trovando soluzioni come l’articolazione in diverse fasce orarie oppure permettendo l’ingresso ad una sola persona alla volta o dal lunedì al venerdì. Insomme le ipotesi sul tavolo non mancano.

Un altro elemento fortemente discusso è stato quello dei ‘sostegni’ che le imprese si aspettano dal Governo. Le associazioni di categoria hanno chiesto, almeno per i primi 4 mesi del 2021, il credito d’imposta sui canoni di locazione degli esercizi commerciali in zona rossa prevista nella legge di conversione del DL Ristori. Ma non basta. Questo va ampliato anche alle eccedenze di magazzino ex 48 del DL Rilancio. 

Quanto agli indennizzi, è stato evidenziato che la soglia minima del 30% della perdita di fatturato per l’accesso ai contributi, prevista dal Decreto Sostegni, deve essere rivista. Si tratta di qualcosa di “estremamente penalizzante per un settore che – a differenza delle altre attività – ha arginato le perdite di fatturato facendo ampio ricorso a sconti, promozioni e saldi che hanno sì abbassato le perdite, ma eliminato pesantemente i margini che permettono ad un’impresa di stare sul mercato”. Insomma quel 30% è soglia troppo alta, che va depurata della stagione ‘dei saldi’ e va rivista già in fase di conversione in legge del decreto Sostegni.

Da qui l’impegno della Sottosegretario Borgonzoni a valutare le riaperture sin dai prossimi provvedimenti e un’anticipazione “Per la prima volta il Ministero della Cultura attiverà dei bandi per le imprese creative del settore Moda e, grazie al Ministro Giancarlo Giorgetti, si parla del settore quale filiera. Stiamo lavorando anche all’istituzione di un tavolo che comprenda tutti gli attori del settore, per individuare gli strumenti più adatti a tutelare e valorizzare questa nostra grande eccellenza”, conclude.

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