Secondo le tabelle Eurostat il 2020 è stato un anno nero per i salari e stipendi degli italiani. Il lockdown riproposto in più occasioni e differenziato sui territori con zone arancioni e rosse hanno comportato in Italia la perdita di oltre 39,2 miliardi di salari e stipendi con un calo del 7,47% rispetto al 2019.
Un crollo da 525,732 miliardi di euro – tale era il valore delle retribuzioni nel 2019 – a 486,459 nei primi dodici mesi della pandemia. A sottolinearlo è il quotidiano il manifesto in edicola oggi sulle cui colonne si legge:
“Questi dati dimostrano come, nonostante il blocco dei licenziamenti e il massiccio uso della cassa integrazione, non sia stato fermato il crollo dei salari tra i peggiori nell’Unione Europea travolta dalla pandemia del Covid. Non è stato fatto anche perché, nonostante la giusta intuizione di estendere gli ammortizzatori sociali per lavoro subordinato e parasubordinato, nessun governo ha pensato di integrare il salario che in Cig è inferiore rispetto a quanto percepito dal lavoratori in un periodo di attività piena. Non solo dunque in molti casi la Cig è stata erogata in ritardo a causa di un sistema barocco e non preparato ad affrontare una crisi di simili dimensioni, ma è risultata inadeguata a contenere il crollo impressionante emerso dalle statistiche Eurostat”.
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