Rientro in classe per tutti i ragazzi di tutte le scuole – anche le superiori – dal 26 aprile e poi dal 3 maggio. E’ questo il piano annunciato dal Governo per mettere in soffitta la Didattica a distanza.
Ma tra il personale scolastico e le famiglie resta il dubbio se quella intrapresa dal Governo sia la strada giusta. Il rischio di sovraffollamento dei mezzi di trasporto e la campagna vaccinale non ancora completata non lasciano serpeggiare molto ottimismo. Altro fattore che non favorisce ottimismo è che le vaccinazioni tra docenti e bidelli sono state bloccate dalla necessità di destinare dosi prioritariamente ad anziani e ai più fragili.
Ma a che punto è la campagna vaccinale tra chi lavora nelle scuole? Prova a fare una sintetica rappresentazione il quotidiano Il Mattino in edicola oggi:
“A conti fatti ha ricevuto la prima dose il 73% del personale scolastico e universitario mentre solo l’1,35% ha ricevuto anche la seconda dose: dunque, uno su 4 dei lavoratori della scuola al momento resta scoperto e dovrà aspettare il suo turno in base all’età. Quindi si ipotizza di raggiungere la copertura del personale per settembre prossimo, con l’avvio del nuovo anno scolastico mentre tra fine mese e maggio sono in programma la seconde dosi per quei docenti che hanno già ricevuto la prima. In questo caso, il ciclio dovrebbe essere completato con il vacino AstraZeneca anche se le indicazioni Aifa lo prevedono solo per gli over 60. Un bel caos”.
Ma è possibile rifiutare il vaccino AstraZeneca? Cosa succede a chi rifiuta? Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha dato questa risposta.
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