Dall’8 aprile sono iniziati a confluire sui conti correnti di centinaia di migliaia di partite Iva e imprese i contributi a fondo perduto previsti dal Decreto Sostegni. Superata la logica dei ristori solo a chi possiede determinati Codici Ateco, il Governo Draghi si è orientato verso una diversa impostazione: indennizzi a pioggia a tutte le attività economiche fissando un minimo per semplici titolari di partita Iva (1.000 euro) o società (2.000 euro).
Ma c’è chi questo minimo neanche lo ha preso né lo prenderà. Lo sottolinea Il Sole 24 Ore in edicola oggi:
“Sullo sfondo poi c’è il problema di chi l’aiuto non può ottenerlo. E’ il caso dei cosiddetti ‘esodati’, tra cui ci sono quanti hanno aperto la partita Iva nel 2018 ma hanno concretamente iniziato a fatturare solo nel 2019 inoltrato o anche dopo. E non possono quindi aver diritto al contributo anche minimo in assenza di calo del fatturato del 30 per cento. Problema che potrà essere risolto solo con un intervento legislativo o in conversione del decreto Sostegni o nel nuovo provvedimento in arrivo a fine aprile”.
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