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‘Io Apro’ contro gli autogrill. No, è questione di dignità per chi lavora alla guida

Sono arrivati fino a Bruxelles, quelli di ‘Io Apro’ il movimento di ristoratori e partite Iva che nelle ultime settimane si è fatto sentire e ha spinto per le riaperture in tutta Italia delle attività commerciali. Presso la capitale europea hanno incontrato una delegazione di parlamentari europei tra cui Antonio Maria Rinaldi, eletto con la Lega alle elezioni del 2019.

Dopo aver spiegato ai rappresentanti europei le ragioni della protesta e delle iniziative dei ristoratori, che nei giorni scorsi si sono spostate dalle piazze alle autostrade, con sit-in e blocchi stradali, è intervenuto ai microfoni dell’Ansa Lorenzo Nannelli, avvocato, uno degli animatori delle azioni del gruppo che ha spiegato le ragioni delle proteste così:

“alcune attività sono ripartite, tipo gli Autogrill sono ripartiti, mentre i ristoranti sono stati chiusi. E questo in assenza di evidenze scientifiche. Perché appunto se a pranzo in zona gialla è consentito lavorare, poi la sera in zona gialla non è più consentito. ‘Io Apro’ è partito dalla protesta contro queste discriminazioni. Non è una protesta di tutti i ristoratori ma di tutte le imprese, perchè questa discriminazione è stata vista anche in altre attività, centro estetici, bar, tabacchi…”.

Dunque una delle discriminazioni operate nei confronti dei ristoratori sarebbe quella di aver consentito l’apertura delle attività commerciali nelle aree di sosta lungo le autostrade più note come ‘autogrill’, gestiti da società quali Autogrill, Finifast, Sarni, Chef Express, Ristop, ecc.

Decisione, questa, presa – va ricordato – sin dall’inizio della pandemia (inizialmente erano stati chiusi dalle ore 18 dai primissimi provvedimenti del Governo Conte), non per ‘premiare’ una società piuttosto che un’altra ma perchè il servizio offerto nelle aree di sosta e approvvigionamento presso autostrade e altre arterie è stato ritenuto essenziale per chi viaggia e per chi deve spostarsi per lavoro come gli autotrasportatori.

I camionisti viaggiando anche di notte fanno un uso importante di questi luoghi. Per fare una doccia, per potersi rifocillare e utilizzare i servizi igienici, nonchè per poter rispettare i tempi di sosta e di riposo che chi fa l’autista di professione è tenuto a rispettare per legge.

Sono state le stesse organizzazioni di categoria e i sindacati del settore a chiederne l’apertura, sin dall’inizio, non certo per tutelare l’interesse economico delle aziende che gestiscono gli autogrill, quanto piuttosto per garantire continuità e un minimo di servizio a chi non si è fermato mai assicurando i rifornimenti prima necessità ai negozi di alimentari, supermercati, farmacie, agli stessi ospedali.

L’apertura degli autogrill è sempre stata questione di ‘dignità’ per chi lavora spostandosi in continuazione e per chi viaggia. E non – a distanza di un anno dall’inizio della pandemia – argomento per esaltare fantomatiche discriminazioni a danno dei ristoratori.

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