Lavoro. Sbarra: “Blocco licenziamenti va spostato almeno fino al 31 ottobre. Bene abbiare confronto su politiche attive”

21 aprile 2021-  “Pur apprezzando gli sforzi fatti dal Governo, continuiamo a ritenere la data del 30 giugno troppo vicina per la fine del blocco dei licenziamenti, alla luce della attuale situazione epidemiologica e dei tempi della campagna vaccinale. Va fatto uno sforzo ulteriore. Così come non condividiamo la scelta di aver lasciato ancora una volta fuori dalle indennità Covid alcune categorie di lavoratori. Il Governo deve rimediare nella fase di conversione in Legge del Dl Sostegni a questa grave lacuna”. Lo ha detto il Segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra, a conclusione del confronto con il Ministro del Lavoro Orlando. “La distinzione presente nel decreto tra datori di lavoro rientranti nel perimetro Cigo e datori rientranti nel quadro dell’ assegno ordinario e Cig in deroga, non trova riscontro nella situazione reale ancora molto grave sotto il profilo sanitario ed economico. Chiediamo dunque di eliminare questa distinzione allineando le causali e spostando in avanti sia la cassa covid, sia la fine del blocco generalizzato dei licenziamenti almeno sino al 31 ottobre.
Bisogna altresì prorogare le indennità, allargandole ai soggetti oggi esclusi già dal decreto di agosto. Mi riferisco ai titolari delle partite iva, ai collaboratori iscritti alla gestione separata dell’ Inps, ai collaboratori autonomi non iscritti alla gestione separata, agli operai agricoli che hanno manifestato nelle scorse settimane, alle colf e badanti. Così come bisogna raddoppiare da tre a sei mesi il Rem per quanti hanno visto scadere la Naspi e la Discoll nel corso dell’ultimo anno, sganciandole dall’Isee. Sul lavoro agile va inserita una norma che stabilisca che dopo il 30 aprile l’esonero dell’obbligo
di accordo individuale avvenga solo in presenza di un accordo collettivo. Infine sulle politiche attive apprezziamo l’impegno del Ministro Orlando ad aprire un tavolo di confronto specifico a maggio. Ma bisogna accelerare le procedure di assunzione e di reclutamento delle 11.600 persone nei centri pubblici per l’impiego. Tutto è ancora fermo. Occorre concordare finalmente un piano di politiche attive che faccia leva sul fondo competenze e sull’assegno di ricollocazione, incentivando le aziende ad impegnare i contratti di solidarietà difensivi e spostando l’asticella dei contratti di solidarietà espansivi al di sotto dei 250 dipendenti perchè non possiamo tagliare fuori le piccole e medie imprese. Sono cambiamenti e miglioramenti questi che chiediamo vengano raccolti dal Parlamento nella fase di conversione in Legge del provvedimento”.

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Fonte: cisl.it