È stato approvato ieri sera il Decreto Covid che prevede un allentamento delle misure volte a combattere la pandemia Covid-19. In vista della stagione estiva, l’Esecutivo, anticipando una misura che probabilmente sarà valida a livello europeo, ha istituito il cosiddetto green pass. Si tratta di un passaporto che consente di spostarsi per turismo all’interno del territorio italiano in quelle regioni che si trovano in fascia arancione e rossa. In zona gialla, invece, lo spostamento è consentito liberamente.
Tuttavia, non tutti possono ottenere questo pass: sarà infatti riservato solo a chi ha già completato l’intero ciclo di vaccinazione, a chi ha già contratto il Covid ed è guarito e a chi dimostra di aver fatto nelle 48 ore antecedenti la partenza un tampone di esito negativo. Per i primi due casi la durata del pass sarà solamente di sei mesi escludendo, di fatto, tutti coloro che si sono vaccinati nei primi mesi dell’anno.
Di questa novità ne parla il quotidiano La Repubblica, in edicola oggi, che così scrive: per il pass “la scadenza fissata dal decreto è di sei mesi. A partire dalla seconda dose per chi è stato vaccinato e dal tampone negativo di fine quarantena per chi ha avuto il Covid ed è guarito. In mancanza di certezze sulla effettiva durata degli anticorpi, sei mesi è il periodo che è stato ritenuto sicuro. Dunque chi (come ad esempio molti medici) lo vedrà scadere prima dell’estate e vorrà spostarsi per turismo potrà farlo esibendo l’esito negativo di un tampone molecolare o antigenico effettuato nelle 48 ore antecedenti lo spostamento”.
Ecco dunque che chi ha scelto di vaccinarsi già a gennaio quando le prime dosi erano disponibili, come hanno fatto molti operatori sanitari, adesso si trova vittima del paradosso di non poter contare sul vaccino per scopi turistici ma si vedrà costretto a dover fare un ulteriore tampone.
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