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Pensioni: dal 2022 stop a Quota 100. Ma col sistema contributivo può cambiare tutto…

Nella prima bozza del Pnrr, in circolazione dallo scorso venerdì, viene sancito lo stop di Quota 100, riforma fortemente voluta dalla Lega durante il primo Governo Conte che consente, fino al termine del 2021 di andare in pensione – ‘in deroga’ alla legge Fornero che prevede 67 anni di età – con 62 anni e 38 anni di contribuzione.

Dal 1° gennaio 2022, dunque, si tornerà al “regime Fornero”, e il “pensionamente anticipato” sarà possibile solamente con formule come Ape social – anticipo pensionistico a 63 anni con 30 o 36 di contributi – per chi svolge mansioni logoranti o con Opzione Donna.

Su La Repubblica in edicola oggi viene offerta una valutazione da parte di Andrea Brambilla di Itinerari previdenziali che sostiene l’opportunità – in ogni caso – del superamento di Quota 100, se non altro per tutelare gli assegni pensionistici.

Perchè, spiega Brambilla,”già a partire dal prossimo anno le pensioni da miste – un po’ retributive (si prende in base all’ultimo stipendio) e un po’ contributive (si prende in base a quanto versato) – saranno quasi tutte contributive. «Nel 2022 il 90% dei potenziali pensionati avrà la pensione calcolata per almeno il 65% con il metodo contributivo: questo significa che uscire a 62 anni comporta una prestazione decurtata del 10%», dice Brambilla che per questo propone di superare la fine di Quota 100 con Quota 102 (64 anni di età e 38 di contributi)”.

Da inizio 2022, dunque, prenderà il sopravvento il sistema contributivo, per cui gli esperti, ma anche i sindacati, propongono un sistema di riforme che tenga conto di questo importante cambiamento nel segno della flessibilità e di un maggiore equilibrio tra momento di uscita e assegno da percepire.

La proposta – stando a quanto riportato su La Repubblica – sarebbe quella di anticipare il meccanismo del contributivo totale con maggiore attenzione a quale sarà l’assegno che percepirà il pensionato: “uscita libera dai 62 anni di età (e almeno 20 di contributi) o con 41 di contributi a prescindere dall’età. Implicito nel discorso, un piccolo ricalcolo della parte retributiva (con l’eccezione di malati e fragili)”.

Con l’imminente scadenza di Quota 100, la fretta sta nel trovare una soluzione alternativa alla legge Fornero, che tuteli al meglio i pensionati, categoria trascurata e duramente colpita dalla crisi economica scaturita dalla pandemia.

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