Il Governo si appresta a varare una riforma del lavoro sportivo che interesserebbe il versante del lavoro autonomo tramite collaborazione e non del lavoro sudordinanto.
Lo anticipa Il Fatto Quotidiano nella versione on-line in cui si legge di un cambiamento che dovrebbe sperare ”la vecchia distinzione fra professionismo e dilettantismo. La riforma si può riassumere così: a rimborso spese restano solo gli amatori veri, che dovranno avere una forte connotazione volontaristica; chi invece con lo sport lavora, fino a 10mila euro di stipendio resta esentasse ma con un 10% di contributi previdenziali; oltre i 10mila euro scatta anche il pagamento dell’Irpef, che per tutti i contratti avrà un’aliquota fissa del 15%. Una vera e propria flat tax sportiva. Qualcuno, pochi saranno assunti, la maggior parte resteranno precari ma avranno almeno un’assicurazione e saranno iscritti all’Inps (al Fondo professionisti o alla gestione separata). In ogni caso, sarà un passo avanti”.
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