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Pensioni. Sbarra: “Tornare al modello Monti Fornero significa non essere sintonizzati sulla realtà del Paese”

“La previdenza e le pensioni devono diventare leve di speranza e questa è la sensibilità che vorremmo portare al confronto con il Governo”. E’ quanto ha sottolineato il Segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra, oggi durante l’iniziativa di Cgil, Cisl, Uil “Cambiare le pensioni adesso”.

Il segretario generale della Cisl ha aperto l’iniziativa ricordando “con un pensiero commosso la giovane Luana, di appena 22 anni, che ieri a Prato ha perso la vita tragicamente mentre lavorava. Lascia un bimbo di 5 anni, una famiglia spezzata da questa tragedia come tante altre situazioni che si ripetono in questi mesi. Un’interminabile scia di sangue di tanti morti sul lavoro che, come quella di ieri, continua a sconvolgere il nostro Paese. E’ una grande emergenza nazionale che  va affronta con il concorso responsabile di tutti. È giusto rilanciare la nostra battaglia sociale e sindacale sul tema dei morti sul lavoro”.

E tornando al tema del webinar ha dichiarato: “Le pensioni non sono un lusso ma sono il giusto riconoscimento economico dopo una vita di lavoro. Oggi, definire 41 anni di contributi un “privilegio” è una provocazione. Pensare che dopo la fine di “quota 100” sia possibile ritornare, senza colpo ferire, al modello Fornero con un salto anagrafico che per molti sarebbe di 5 anni (da 62 anni ai 67 anni della pensione di vecchiaia) significa non essere sintonizzati sulla realtà del Paese e sulla vita reale delle persone. Un rischio che, inoltre, bisogna a tutti i costi evitare è il reiterarsi di situazioni tipo quella citata degli “esodati” che a distanza di anni non si è completamente risolta.
Per noi non sono accettabili penalizzazioni sulla parte retributiva della pensione come previsto anche da recenti proposte di legge che pretenderebbero di far pagare a una medesima generazione per la terza volta una misura peggiorativa attraverso la prospettiva di un ricalcolo interamente contributivo della pensione anche del periodo precedente al 1996. Per questo pensiamo che sia possibile ragionare di una flessibilità nell’accesso alla pensione a partire dai 62 anni di età”.

Per Sbarra la previdenza riguarda anche i giovani. “E’ in questa prospettiva che si colloca la nostra idea di una “pensione contributiva di garanzia” che tenga conto dei periodi di lavoro, e di periodi che potremmo definire “qualificanti”: formazione, periodi di cura, disoccupazione involontaria. E’ necessario e non più rinviabile, allora, disegnare un modello che riesca a garantire una pensione dignitosa anche a chi ha carriere di lavoro discontinue”.

Anche sul tema della donne, Sbarra ha ricordato che “esse sono state le vittime delle riforme previdenziali degli ultimi tempi. Per questo in piattaforma chiediamo la proroga dell’opzione donna. La pensione contributiva di garanzia potrebbe rappresentare uno strumento utile per molte donne, ma secondo noi sarebbe necessario almeno un ulteriore intervento dedicato alle donne con figli: il riconoscimento di 12 mesi per figlio per anticipare l’età della pensione oppure a scelta della lavoratrice incrementare il coefficiente di calcolo della pensione. Anche la valorizzazione dei lavori di cura, che riguardano moltissime donne, a fini pensionistici è un tema che vogliamo affrontare”.’
L’incremento dei requisiti pensionistici operato dalla legge Fornero è stato scioccante per chi svolge lavori gravosi e usuranti. “Per questo chiediamo che sia allargata la platea di accesso dell’Ape Sociale e semplificate le procedure di verifica. L’Ape sociale dovrebbe essere reso maggiormente accessibile a tutti coloro che hanno terminato contratti di lavoro a tempo determinato, e dovrebbe essere rafforzato nell’importo dovrebbe tutelare i lavoratori “fragili” e andrebbe rafforzato nell’importo”.

Per il leader Cisl “esiste poi il delicato aspetto della tutela del potere di acquisto delle pensioni che per il sindacato non è un optional. Sostenere il reddito dei pensionati con la rivalutazione e l’ampliamento della platea che può accedere alla cosiddetta “quattordicesima” è necessario. Così come è necessario ridurre l’imposizione fiscale oltre che sui lavoratori dipendenti, anche sui pensionati. Infatti, a fronte del cospicuo contributo al gettito fiscale, i pensionati sono stati ulteriormente penalizzati dal momento che il “Bonus 80 €” a essi non è stato applicato e non si applica neppure il cuneo fiscale”.

Inoltre, per la diffusione della previdenza complementare, per Sbarra “occorre un nuovo semestre di silenzio-assenso, accompagnato da una forte campagna di informazione a sostegno di una nuova campagna di adesioni al secondo pilastro previdenziale perché il Sindacato vuole lavoratori consapevoli delle proprie scelte. Così come riteniamo che a sostegno della previdenza integrativa non sia più rinviabile la riduzione dell’aliquota fiscale sui rendimenti dei fondi con individuazione di meccanismi fiscali che agevolino gli investimenti in economia reale”.’

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Fonte: cisl.it

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