Arriva il bonus spesa, che prevede la corresponsione di 500 euro a famiglia.
Si tratta di una novità prevista dal Decreto Sostegni bis, approvato il 25 maggio, il quale mette a disposizione dei comuni 500 milioni di euro per finanziare i bonus spesa da ripartire tra i nuclei familiari che si trovano in condizioni di estrema difficoltà, i quali però non abbiano ricevuto altri sostegni al reddito. Il bonus spesa servirà alle famiglie per comprare beni di prima necessità. La misura è stata già collaudata con il Decreto Ristori ter del governo Conte e con il primo Decreto Sostegni del governo Draghi.
BONUS SPESA: A CHI SPETTA
I beneficiari del bonus spesa – come anticipato – saranno quelle famiglie che si trovano in estrema difficoltà economica. La misura, infatti, – in continuità con i precedenti provvedimento dell’emergenza pandemica – consentirà ai nuclei familiari beneficiari di utilizzare i soldi del bonus per comprare beni di prima necessità e generi alimentari e per pagare le bollette. Ai singoli comuni spetta la possibilità di definire i requisiti necessari per poter richiedere ed ottenere il bonus, ma possiamo prevedere che verranno tenute in considerazione principalmente queste caratteristiche:
- essere residenti nel Comune (anche se domiciliati in un comune diverso da quello di residenza);
- disponibilità economiche del conto corrente;
- essere in possesso o meno di un patrimonio immobiliare (avere una casa in affitto o di proprietà);
- ISEE;
- percepimento o meno di altri aiuti dallo Stato;
- situazione lavorativa;
- ampiezza del nucleo familiare.
Tuttavia, essendo riservata al comune la possibilità di definire i requisiti per diventare beneficiari del bonus spesa, si consiglia di consultare attentamente il sito web del proprio comune di residenza o di chiedere agli sportelli comunali i dettagli. Considerando le precedenti versioni del bonus spesa, alcuni comuni hanno richiesto la compilazione di una domanda cartacea da inviare tramite mail, altri hanno preferito la compilazione di un form online, altri ancora hanno direttamente individuato le famiglie bisognose in base ai parametri stabiliti dal comune stesso.
Ancora da definire è la possibilità per i nuclei familiari che hanno ricevuto il bonus spesa grazie ai precedenti decreti di riceverlo anche questa volta, una sorta di ‘automatismo’.
BONUS SPESA: A QUANTO AMMONTA
L’importo del bonus spesa varierà in base all’ISEE, alla composizione del nucleo familiare, alle condizioni lavorative dei membri e alle loro condizioni reddituali e patrimoniali. Probabilmente l’importo potrà oscillare da un minimo di 100 euro a un massimo di 500 euro, sempre in base alle caratteristiche sopra elencate.
Chi percepisce altre forme di sostegno, invece, è automaticamente escluso dalla possibilità di accedere alla misura.
BONUS SPESA: COME VERRA’ EROGATO
Il Decreto Sostegni bis del governo Draghi mette a disposizione una dote finanziaria di 500 milioni di euro per il bonus spesa. Una quota pari a 250 milioni di euro verrà ripartita tra i comuni in proporzione alla popolazione residente in ciascun comune, mentre i restanti 250 milioni di euro verrà ripartita in base alla distanza tra il valore del reddito pro capite di ciascun comune e il valore medio nazionale, ponderata per la rispettiva popolazione.
Spetta invece ai singoli comuni individuare i parametri necessari per diventare beneficiari della misura. Possiamo ipotizzare – dato che la misura era prevista anche dal decreto ristori ter e dal Decreto Sostegni 1 – che dal 25 giugno i comuni saranno già pronti per presentare il bando che permetterà alle famiglie di poter fare domanda.
Quando il comune di residenza avrà accettato la domanda e avrà dato la comunicazione di accettazione, allora si riceverà il bonus spesa. La comunicazione potrà avvenire tramite mail, telefonicamente o per mezzo di una graduatoria anonima sul sito del comune.
I comuni potranno:
- consegnare a casa una card con caricato il bonus spesa;
- inviare in formato elettronico il bonus spesa;
- far scaricare una app dedicata;
- fornire direttamente il bonus. In questo caso il comune consegna in maniera diretta alle famiglie i pacchi con i generi alimentari e i beni di prima necessità.
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