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“Stagionali introvabili perché viziati da Rdc? Bufala, ecco perché”. Parla il leader ANLS su Il Tirreno

Stagionali ricercatissimi dalle aziende turistiche, stagionali introvabili perchè viziati da sussidi di varia natura.

Sembra essere questo il tormentone di questo inizio stagione, incoraggiato da certa stampa, sul quale da qualche giorno stanno intervenendo anche i sindacati che cercano di far capire e di raccontare una realtà ben diversa, fatta di camerieri, addetti alle cucine, lavapiatti, aiuto cuoco, bagnini, animatori, ecc. sottopagati e che in realtà non percepiscono alcun sussidio di lungo periodo – come il Reddito di cittadinanza – , semmai Bonus previsti dai decreti dell’emergenza Covid per gli addetti dei settori chiusi in conseguenza delle restrizioni e della crisi pandemica.

Sulle pagine del quotidiano Il Tirreno in edicola oggi interviene sulla polemica anche Giovanni Cafagna, presidente dell’ANLS, Associazione nazionale lavoratori stagionali costituita nel 2015 poco dopo che il Jobs Act intervenne con il taglio della durata della NASpI mettendo in ginocchio migliaia di lavoratori stagionali che utilizzavano, e utilizzano, l’ammortizzatore sociale come ‘ponte’ tra una stagiona e l’altra.

Cafagna, intervistato dalla collega Maria Meini, cerca di mettere in risalto la verità delle cose e respinge ogni accusa rivolta agli stagionali di avere “scarsa voglia di lavorare”

Cafagna, perché questa polemica sul reddito di cittadinanza?
«È una strategia politica: evidentemente si vuole colpire e andare a ridurre il reddito di cittadinanza dopo che nel 2015 col Jobs Act Renzi ha dimezzato l’indennità di disoccupazione. Ma chi dà la colpa al reddito di cittadinanza fa finta di non sapere quali sono i requisiti per percepirlo: bisogna avere famiglia, figli a carico, una casa in affitto, non aver lavorato da un anno… insomma una serie di criteri che restringono moltissimo la possibilità di usufruirne. Non sono certo i ventenni ad avere il reddito di cittadinanza. Il mio sindacato conta 4mila iscritti in tutta Italia, abbiamo anche un Caaf e di domande per il reddito di cittadinanza ne avrò fatte quattro».

Secondo lei perché quest’anno è scoppiato il problema in modo così evidente?
«C’è una concausa di diversi problemi: intanto le aziende stagionali non rispetta- no quasi mai il contratto di lavoro. Ti chiedono di lavorare 12 ore al giorno pagate la metà, niente riposo per 800 – 900 euro al mese: ecco perché non trovano i dipendenti. Ma questa è una situazione che c’è sempre stata nel settore turistico. Gli elementi di novità sono il taglio della Naspi (l’indennità di disoccupazione, ndr). Il nostro sindacato è nato nel 2015, proprio a seguito del Jobs Act che ha dimezzato la Naspi da sei a tre mesi, chiaramente creando disagio ai dipendenti stagionali che hanno una ridotta integrazione al reddito»”.

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