Gli ultimi dati Istat parlano chiaro: nel mese di aprile 2021 la produzione manifatturiera è aumentata dell’1,7% rispetto a marzo e si registra un balzo in avanti rispetto al medesimo periodo del 2019, l’anno prima della crisi pandemica.
Importanti segnali di miglioramento, come riporta una nota studio di Confartigianato nella quale si mette in luce che, in particolare, in 13 comparti su 24 della manifattura “il livello della produzione nei primi quattro mesi del 2021 è superiore a quello del primo quadrimestre del 2019″. In alcuni di questi la produzione è di almeno cinque punti percentuali superiore:
Di questi 13 comparti in recupero Confartigianato sottolinea il ‘peso specifico’ della piccola impresa che numericamente rappresentata la fetta maggioritaria. Nel manifatturiero, si legge, “sono attive 183 mila micro e piccole imprese che danno lavoro a quasi un milione di addetti (956 mila), il 56,9% del totale, superiore al 49,4% degli altri settori manifatturieri. Inoltre, nei settori in esame si riscontra una alta vocazione artigiana, con 119 mila imprese artigiane e 471 mila addetti, il 28,1% del totale, un peso superiore di oltre sei punti al 21,8% dei restanti 11 settori manifatturieri in cui vi è un ritardo nella ripresa”.
Tra i fattori che hanno portato ad un balzo in avanti della produzione c’è sicuramente la forte domanda di prodotti per l’edilizia, stimolata dal Superbonus, la maggiore spesa sanitaria per contrastare l’epidemia, la maggiore presenza in casa – con restrizioni alla mobilità e smart working – e lo svolgimento di attività sportive e ludiche in forma individuale.
In funzione di ciò una analisi di maggior dettaglio settoriale porta a dire che gli aumenti di produzione sta in questi settori:
Ma non tutti se la passano bene. Nella nota di Confartigianato si sottolinea come l’intera filiera della Moda è in gran ritardo, ecco perchè per questo settore il Governo sta pensando di intervenire con delle misure specifiche (per approfondire clicca qui).
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