Recenti lavori del Coordinamento Industria Cisl Taranto Brindisi, presieduti dal segretario generale Gianfranco Solazzo, hanno fatto il punto sul presente e sul futuro delle tante criticità, produttive ed occupazionali, caratterizzanti i singoli settori industriali del territorio brindisino, che impongono il rilancio dell’iniziativa sindacale a tutto campo, anche ricorrendo alla mobilitazione.
A Brindisi si evidenziano questioni mai compiutamente risolte, come il diritto costituzionale alla salute, alla sicurezza interna ed esterna alle fabbriche, alla sostenibilità ambientale delle produzioni, alla salvaguardia del sistema industriale, condizioni fondamentali ed inderogabili, queste, per implementare l’economia del territorio adriatico, il PIL del Paese e per rafforzare la coesione sociale, in presenza di un divario Nord-Sud ancora persistente e di una competizione su scala europea e mondiale sempre più marcata.
A fronte di processi produttivi concepiti in passato come poco attenti alla sostenibilità, oggi che la materia ambientale sta per assumere rango Costituzionale, emerge forte il bisogno di una visione nuova che, nella prospettiva della de-carbonizzazione, guardi a cicli produttivi appunto sostenibili entro i prossimi 10 anni, mediante l’uso dell’idrogeno. Cicli che prevedano ed accelerino un grande processo di riconversione green e, a cascata, una contestuale e robusta pianificazione della formazione e della riqualificazione della forza lavoro diretta e indiretta.
Da qui l’urgente necessità di Protocolli specifici, moltiplicando tavoli di confronto, rivendicando il ruolo prezioso degli Enti Bilaterali e l’attivazione di risorse istituzionali e private, risultando già avviati i processi autorizzativi delle nuove progettazioni industriali, mentre con il Decreto Legge n. 77 del 31 maggio u.s. sulla Governance del PNRR sono state dettate le prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure.
Nella realtà produttiva di Brindisi, tanto la portualità quanto la retro portualità, intese come sistemi produttivi in un’ottica di pianificazione nazionale, europea e Mediterranea, senza gli attuali insediamenti industriali sarebbero depotenziate. Anche per questo occorrerà sempre più sollecitare coerenza istituzionale e imprenditoriale, non ignorando che l’azzeramento dell’industria comporta sempre un conseguente deserto produttivo per gli anni a venire. E neanche lo sviluppo del turismo, benché correlato all’aumento del movimento crocieristico, potrebbe rappresentare una soluzione per lo sviluppo economico ed occupazionale del territorio, attesa la loro natura intrinsecamente stagionale e non strutturata.
Per Brindisi, a fronte di previsti investimenti privati per oltre 2 MD di euro, sarà necessario recuperare l’iniziativa vertenziale e concertativa sui contenuti già condivisi della Piattaforma unitaria per lo sviluppo Cgil Cisl Uil – Confindustria, guardando all’opportunità aggiuntiva che il territorio diventi un centro di ricerca per l’economia circolare (fonte: Ministro Cingolani).
Per quanto riguarda le tematiche di settore, vanno rilanciate le alleanze istituzionali e sociali per la soluzione dei problemi, oltreché il protagonismo dei lavoratori. Nel settore edile prezioso si rivela il ruolo del Formedil per arricchire di conoscenza e competenze i lavoratori mentre, in quello metalmeccanico, la nota dolente è rappresentata dal Petrolchimico, che pare al momento terra di nessuno. Anche il settore aeronautico evidenzia criticità con vertenze storiche come quella del Gruppo DEMA alla quale si aggiungono CMC ed ex Processi Speciali.
La serie di vertenze aperte continua a richiedere diversi incontri presso la task force regionale per l’occupazione laddove, ogni volta, vengono confermate le preoccupazioni sindacali correlate alla mancata conoscenza dei singoli Piani industriali e, dunque, degli obiettivi di ricollocazione dei lavoratori.
Nel settore Elettrico c’è forte apprensione per gli iter autorizzativi che tardano ad arrivare, come ad esempio per il turbo gas della centrale Enel Federico II e che rischiano di trasformarsi in una seria criticità per il destino della transizione energetica. Risultano sospese le procedure di raffreddamento avviate dal sindacato confederale, dal momento in cui il Prefetto si è impegnato a trasferire le specifiche richieste sindacali al Governo che pare aver richiesto all’Azienda ulteriori integrazioni documentarie ma si è ancora in attesa delle determinazioni in merito. Da considerare che senza l’autorizzazione per il suddetto turbo gas risulterebbe non conveniente per l’Enel partecipare alle gare del Capacity Market e ciò significherebbe tenere la realtà di Brindisi legata ancora al carbone ed anche fuori dalle prospettive future del mercato.
Nei settori Elettrico e Gas-Acqua si giungerà a scioperare il 30 giugno p.v. per protesta contro l’applicazione dell’art. 177 del codice degli appalti, che obbliga le aziende concessionarie ad esternalizzare l’80% di tutte le attività oggetto di concessione, anche nei casi in cui le attività vengano svolte direttamente dal proprio personale, destrutturando così un servizio essenziale e fondamentale per l’intero Paese, oltre a mettere a forte rischio decine di migliaia di posti di lavoro.
Vari sono stati i progetti presentati dalla società A2A nel recente passato e spesso puntualmente bocciati, che potrebbero ricollocare 24 lavoratori; al momento non si conoscono gli esiti di altri progetti eventualmente approvati e/o di altri in cantiere. Quanto al settore Energia vige una tranquillità relativa ma sono confermate tutte le ragioni per confermare lo sciopero del 30 giugno p.v. nel settore gas-acqua in ordine al già citato articolo n. 177; per quello della Chimica la crisi ante Covid-19 di questo settore è stata superata positivamente proprio durante la fase pandemica quando ha registrato un periodo di rilancio e di sviluppo.
La transizione ecologica fa risaltare l’importanza del settore della chimica e a Brindisi, grazie al Petrolchimico e alla chimica di base, i processi di recupero energetico, circolarità, riciclo, potrebbero credibilmente realizzarsi. Rispetto alla Jindal occorrerà assumere iniziative immediate, giacché non si conosce molto di ciò che accade e la Regione prende tempo, ritardando la possibilità di 50 milioni di investimento.
In Italia tre impianti di cracking alimentano oggi un sistema produttivo che lavora il propilene (Basell), ma la scelta di Eni di chiudere quello di Marghera pone l’inevitabile rischio che il sistema delle lavorazioni a valle produrrà effetti perversi che ricadranno su Basell e Jindal, mettendo in crisi un’intera filiera.
Nel Settore Farmaceutico, la Sanofi ha avviato un processo di scorporazione dello stabilimento di Brindisi dal gruppo rendendolo direttamente produttivo per qualunque player disponibile, competendo con gli attuali produttori cinesi e indiani. Il mantenimento di una quota residuale nel capitale, del 30%, di fatto ha riportato le stesse preoccupazioni del 2019 allorquando si chiedeva un abbassamento dei costi per evitare tale situazione.
Quanto, infine, al Settore Agroindustriale permane il flagello della Xylella fastidiosa e, tuttavia, particolarmente importanti si confermano le produzioni di carciofi, pomodori e uva da vino. Si moltiplicano, al riguardo, situazioni virtuose di rapporti tra produttori e Aziende di trasformazione (recentemente anche Soave e Conserve Italia).
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Fonte: cisl.it