Presidio dei sindacati stamattina a Carpi davanti alla Gaudì, azienda del tessile-abbigliamento da sempre legata a Confindustria.
La manifestazione è stata organizzata da Femca Cisl, Filctem Cgil e Uiltec Uil di Modena, Reggio Emilia, Bologna e Ferrara per sollecitare il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, scaduto da oltre anno. La trattativa, che a livello nazionale interessa oltre 450 mila addetti (circa 6 mila nel distretto carpigiano) è ancora in alto mare.
«Lo Smi (Sistema Moda Italia, ovvero Confindustria), anziché soffermarsi sulle nostre richieste, ha rilanciato con controproposte che mettono in discussione l’impianto contrattuale faticosamente costruito in anni di relazioni industriali – affermano i sindacati – Di fatto le associazioni datoriali chiedono di depotenziare le rsu (rappresentanze sindacali unitarie), gestire in maniera unilaterale ferie, permessi e orari di lavoro, aumentare il salario dei lavoratori con poco più di 50 euro al mese, che sarebbero però suscettibili di diminuzioni qualora l’inflazione dovesse calare. In pratica la controparte, anziché tentare di collaborare vista la situazione drammatica in cui versa il settore, prova a speculare sulla crisi aggravata dalla pandemia con proposte che tendono a diminuire la democrazia nei luoghi di lavoro».
Di fronte a questa posizione di Confindustria, Femca Cisl, Filctem Cgil e Uiltec Uil hanno di fatto dichiarato lo stato di agitazione. La mobilitazione prevede il blocco di tutti gli orari di lavoro straordinario e di tutte le flessibilità.
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Fonte: cisl.it