Con la Legge di Bilancio 2021 nasce la “cassa integrazione” per i titolari di partita IVA, dal nome Iscro, per sostenere anche i lavoratori autonomi che hanno registrato un calo di fatturato a causa del Covid-19. Si tratta di un’indennità mensile che potrà variare da 200 a 800€ e che verrà corrisposta ai lavoratori il cui reddito dell’anno precedente non abbia superato gli ottomila euro. Le domande si apriranno a breve ed essendo una misura dalla sperimentazione triennale si potrà usufruire di questo aiuto tra 2021 e 2023. Il bonus Iscro avrà valore per soli sei mesi e potrà essere richiesto solamente una volta.
Secondo quanto si legge sul quotidiano La Stampa in edicola oggi la misura non copre una platea sufficientemente ampia, si tratta infatti di una prima misura sperimentale, ecco perchè il Governo sta valutando di intervenire con misure specifiche:
“I tecnici del ministero a partire dalle scorse settimane hanno cominciato a ragionare su un reddito minimo garantito di 780 euro mensili, non inferiore quindi alle cifre stanziate dal reddito di cittadinanza, con l’obiettivo di destinare queste risorse ai giovani professionisti con un tetto massimo di reddito fissato a 35mila euro, una delle categorie più colpite dalla crisi economica scatenata dalla pandemia”.
Il quotidiano torinese fa riferimento ad una misura alla quale starebbe lavorando il governo, un reddito minimo garantito di 780 euro al mese da destinare ai giovani professionisti con un tetto massimo di reddito fissato a 35 mila euro. Tuttavia, è ancora incerto se questa nuova tipologia di aiuto vada considerata come una sorta di reddito di cittadinanza o come un’estensione dell’Iscro. Quel che appare chiaro è che l’Esecutivo voglia puntare su un importo a cifra fissa, anche se – come spesso accade – si dovrà fare i conti con delle risorse limitate che potrebbero, anche qui, restringere gli effetti del nuovo sistema di aiuti.
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