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Aiuti Fondo perduto ‘perequativo’ AdE: autocertificazione dei redditi per avere il nuovo bonifico

Dopo il pagamento della prima tranche del contributo a fondo perduto prevista dal Decreto Sostegni bis, avviato la settimana scorsa dall’Agenzia delle Entrate – nei fatti la replica dell’importo già ricevuto dalle partite Iva beneficiarie tra aprile e maggio – sta per giungere l’ora del contributo a fondo perduto perequativo.

Per ottenere questa tranche di aiuto a fondo perduto si dovrà attendere la finestra per richiederlo, anche qui sarà l’Agenzia delle Entrate a definirla. Il contributo a fondo perduto perequativo si basa, non sul calo del fatturato, ma sul peggioramento del risultato economico. Pertanto per ottenerlo diviene fondamentale l’aver presentato la dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2020 entro il 10 settembre 2021. 

Per tradurlo in invio dell’istanza all’AdE e successivamente nel pagamento poi, sarà necessario dunque che i contribuenti abbiano a disposizione la dichiarazione dei redditi. Lo sottolinea Il Sole 24 Ore in edicola oggi:

“Il problema sta che per accedere al fondo perduto perequativo, quello che si baserà sui dati degli utili e di bilancio, bisogna anticipare la trasmissione telematica della dichiarazione dei redditi dal 30 novembre al 10 settembre. E’ chiaro che la richiesta dei clienti agli studi di accedere al nuovo contributo di fatto si tradurrà nella necessità di accelerare sui tempi di invio dei modelli, a fronte però di un calendario che dopo la pausa di Ferragosto si annuncia serratissimo. Ecco perchè il Consiglio Nazionale dei dottori commercialisti (Cndcec) ha chiesto in audizione che la scadenza fosse portata al 31 ottobre”. 

Ecco perchè in Parlamento si sta lavorando ad una anticipazione dell’invio telematico ma anche su un’altra ipotesi:

“Ora il relatore alla conversione del decreto sostegni bis, Massimo Bitonci (Lega), sta studiando un meccanismo da tradurre in un emendamento in cui, anche senza l’anticipo della dichiarazione, si possa magari trasmettere un’autocertificazione con tutti i dati necessari all’erogazione del contributo perequativo. Autocertificazione che, però, per forza di cose dovrà avere un contenuto vincolante, ossia le informazioni inserite dovranno essere quelle che poi saranno presenti nella dichiarazione dei redditi che sarà trasmessa con qualche settimana in più di ritardo”.

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