Sono in arrivo novità per le piccole aziende fino a 15 dipendenti. Nella bozza di riforma degli ammortizzatori sociali elaborata dal ministro del lavoro Andrea Orlando – che dovrebbe approdare in Consiglio dei Ministri entro luglio – viene infatti prevista la copertura degli ammortizzatori sociali nell’ottica universalistica di non escludere nessuno, neppure le aziende di piccolissime dimensioni. Si tratta di un importante avanzamento, quasi una rivoluzione, in particolare per le piccole aziende fino a 5 dipendenti, che sulla base del d.lgs. 148/2015 non hanno alcuna forma di trattamento di sostegno al reddito (il Governo Conte lo scorso anno, per sopperire a questa mancanza del sistema dovette introdurre la Cig in deroga).
La notizia viene riportata da Il Sole 24 Ore in edicola oggi, che mette anche in luce il problema della verifica delle risorse necessarie per introdurre questa tutela a favore delle piccole imprese:
“Novità in arrivo per le piccole aziende sotto i 15 dipendenti: avranno diritto fino a 12 mesi di trattamento di integrazione salariale nel quinquennio mobile. […] La bozza [di riforma degli ammortizzatori sociali, ndr] conferma poi che per ciascuna unità produttiva, il trattamento ordinario e quello straordinario non possono superare i 24 mesi in un quinquennio mobile. Confermata anche per le imprese industriali e artigiane dell’edilizia e affini, e di escavazione e lavorazione di materiale lapideo, la durata massima di 30 mesi nel quinquennio mobile“.
Data la situazione di estrema difficoltà vissuta dalle piccole aziende a causa della crisi economica scaturita dalla pandemia da Covid-19, il governo ha deciso di estendere le tutele per i lavoratori anche a quei settori che fino ad oggi ne sono stati esclusi in maniera sistematica. Il problema principale – come ha evidenziato il quotidiano economico e finanziario – è il tema delle risorse e delle coperture necessarie per garantire le nuove tutele, dato che la richiesta sembrerebbe avvicinarsi ai 10 miliardi, con il rischio che le nuove misure contenute nella riforma degli ammortizzatori sociali gravino eccessivamente sui contributi che le imprese dovranno cominciare nuovamente a pagare per mettere in sicurezza i propri dipendenti.
Ciò che più rileva è che il Governo intende creare un trattamento ordinario unico di cassa integrazione portandolo a 12 mesi di durata da calcolarsi in un quinquennio mobile (il conteggio parte cioè da quando si attiva la cig per la prima volta). Trattamento unico che seppur differenziato con gli strumenti (fondo Inps, FIS, FSBA, Formatemp,) metterebbe sullo stesso piano – una volta confermato dalla riforma – i lavoratori di tutte le aziende con caratteristiche dimensionali identiche (come detto che occupano fino a 15 dipendenti) ma che appartengono a comparti diversi – industria, artigianato, commercio, turismo, ecc..
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