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Lavoro nelle ore calde, Ispettorato Nazionale: aziende si fermino, lavoratori in cassa integrazione

Con la nota 4639/2021 l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) interviene sulla possibilità di utilizzo della cassa integrazione per far fronte alla sospensione dell’attività lavorativa dovuta ad eventi climatici quali ad esempio il caldo eccessivo e chiede agli uffici territoriali di intensificare i controlli.

In premessa viene ricordato che ai sensi degli articoli 180, 181 e 28, comma 1 del Testo Unico sulla Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro, l’azienda è tenuta a fare una valutazione delle conseguenze delle condizioni microclimatiche della stagione estiva sui lavoratori esposti ai connessi rischi, come lo stress termico e problemi di salute correlati (sul punto il Ministero del Lavoro indica le possibili misure di mitigazione al seguenti link: https://www.portaleagentifisici.it/fo microclima index.php?lg=IT). Il riferimento è evidentemente ai lavoratori che più di tutti sono sottoposti a questi rischi, vale a dire coloro che svolgono la propria attività nei cantieri edili e stradali, nell’agricoltura e al florovivaismo.

L’Ispettorato ricorda che le aziende in questione, in particolare quelle dell’Edilizia e dell’Agricoltura, possono gestire le ore “molto calde” di non lavoro attraverso gli ammortizzatori sociali di settore, vale a dire la cassa integrazione.

La circolare Inps n. 139 del 2016 già si esprimeva al riguardo evidenziando che le temperature eccezionalmente elevate, di norma superiori ai 35/40 gradi, costituiscono un motivo che dà titolo all’intervento dell’ammortizzatore sociale, tenuto conto del tipo di lavoro e della fase lavorativa in atto.

Per evitare valutazioni non omogenee da parte delle aziende rispetto a ciò che è caldo o meno, l’Inps ricordava che le Direzioni regionali potranno fornire indicazioni sugli enti o organismi usualmente consultati dalle Sedi territoriali per la verifica della sussistenza degli eventi meteo.

DIVIETO DI LAVORO AGRICOLO NELLE ORE PIU’ CALDE: LE ORDINANZE REGIONALI

Negli ultimi giorni diverse ordinanze regionali sono intervenute per stabilire il divieto di lavoro nell’agricoltura nella fascia oraria, variabile da regione a regione, dalle 12:00 alle 16:30.

Allo stato sono intervenute Puglia, Calabria, Molise, Basilicata. Mancano all’appello le altre regioni meridionali e delle isole – dove è notorio che il caldo africano si fa più sentire – ma è evidente che il tema interessa tutti i luoghi di lavoro esposti al sole in tutta l’Italia peninsulare.

Ecco perchè la nota dell’Ispettorato Nazionale sembra voler spingere verso soluzioni omogenee in tutte le Regioni. Soluzioni che devono passare innanzitutto da una valutazione dei rischi connessa alla salute e sicurezza dei lavoratori – dovuta da tutti i datori di lavoro ai sensi legge, a prescindere dai divieti regionali – e poi per l’attivazione della cassa integrazione per le ore in cui la prestazione di lavoro è sospesa.

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