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Lavoratori in Cig, calo ‘choc’ del reddito: giù di 3.185 euro nei primi 5 mesi 2021

Con la cassa integrazione nei primi 5 mesi del 2021 i lavoratori hanno subito un abbattimento del reddito per 2,3 miliardi euro, al netto dell’Irpef nazionale e delle addizionali regionali e comunali.

A metterlo in luce è un’analisi condotta dalla Uil-Servizio Lavoro, Coesione e Territorio che ha elaborato i dati Inps delle ore autorizzate di integrazione salariale su cui sono state condotte le simulazioni su una retribuzione lorda annua di 20.980 euro (retribuzione media del settore privato).

L’incidenza della perdita di reddito sulle retribuzioni, tra riduzione della retribuzione contrattuale, dei ratei di 13a e 14a, sottolinea Ivana Veronese Segretaria Confederale UIL, ‘pesa’ sulle buste paga mediamente del 19%.

Se questo dato lo si considera in valore assoluto (in euro) si può arrivare a dire che nei primi cinque mesi del 2021, i beneficiari hanno perso mediamente 3.185 euro netti.

Il quadro delle regioni più coinvolte riflette anche il peso economico-produttive di ognuna di loro. Alla Lombardia spetta quindi il primato della maggior perdita delle retribuzioni nette, pari al 22,2% del totale nazionale (per 504 milioni di euro), a seguire il Lazio dove i cassaintegrati perdono oltre 299 milioni di euro netti, dal Veneto (205 milioni di euro netti) e dalla Campania (189 milioni di euro netti).

Il tema della perdita del reddito e quindi del potere d’acquisto dei cassaintegrati è strettamente monitorato dai sindacati, che negli incontri con il Ministero del Lavoro che sta lavorando alla riforma degli ammortizzatori sociali hanno chiesto la messa in discussione dei massimali della cig e la loro rivalutazione, sottolineando l’opportunità che vengano legati agli aumenti contrattuali e non soltanto al tasso di inflazione annua.

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