“I dati diffusi oggi dall’istat confermano che prosegue la crescita dell’occupazione iniziata a febbraio 2021, portando l’aumento di occupati nel corso degli ultimi 5 mesi ad oltre 400 mila. Tuttavia questo dato positivo non coinvolge i lavoratori autonomi, particolarmente in sofferenza. Inoltre rispetto a febbraio 2020, ultimo mese prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria, sono ancora oltre 470 mila i posti di lavoro persi”. È quanto dichiara la Cisl in una nota. “Va soprattutto tenuto presente che i dati si riferiscono al mese di giugno, quando ancora era vigente il blocco dei licenziamenti per il settore industria. Dopo appena un mese dallo sblocco della possibilità di licenziare diversi aziende medio-grandi hanno avviato le procedure di licenziamento collettivo, alcune con motivazioni e modalità particolarmente discutibili. Al di là dei singoli casi, la crisi di alcuni comparti, a partire dall’automotive, viene da lontano ed è stata amplificata dagli effetti del covid. Invece ancora non abbiamo dati sui licenziamenti individuali , che non vanno sui giornali. Infine, per il 31 ottobre è previsto lo sblocco dei licenziamenti per il resto del mondo del lavoro. Alla luce di tali riflessioni, nonostante i dati siano al momento parzialmente confortanti, quelli dei prossimi mesi potrebbero non esserlo altrettanto.
Nell’attesa che partano i primi investimenti legati al Pnrr, a chi ha perso il lavoro, a chi lo perderà, a chi è in cassa integrazione e teme di perderlo, vanno offerte misure di politica attiva e di rafforzamento delle competenze per cogliere le opportunità che pure si vanno aprendo in questa situazione difficile. E per le aziende in difficoltà di ogni dimensione deve esserci la possibilità di ottenere un ammortizzatore sociale per i propri dipendenti, in attesa di ripartire. Nei prossimi giorni attendiamo la ripresa del tavolo sulla riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive, che vanno accelerate per non essere impreparati a fronteggiare settimane e mesi che saranno ancora difficili per molte aziende, molti lavoratori, molte famiglie”.
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Fonte: cisl.it