Non si è fatta attendere la replica della Fisascat alla risposta di Cupparo sul caso delle guardie giurate impiegate nelle sedi della Giunta regionale. Spiega la sindacalista Emanuela Sardone: “L’assessore sostiene nella sua replica di non aver convocato il 4 agosto scorso un tavolo istituzionale sulla vertenza ma più semplicemente un incontro informale in dipartimento con tutte le sigle sindacali. In realtà la Fisascat non è stata convocata, né informata o invitata all’incontro. Siamo venuti a conoscenza della riunione mezz’ora prima del suo inizio tramite un messaggio di un’altra parte sindacale presente al tavolo. Vorrei ricordare all’assessore Cupparo che è stata proprio la Fisascat a sollecitare con comunicazione scritta in data 16/11/2020, 02/12/2020 e 29/01/2021 la convocazione del tavolo alla Regione. Tuttavia, alle suddette richieste non è stato dato alcun riscontro. Per quale motivo?”.
Quanto all’accusa di aver “volontariamente abbandonato l’incontro”, Sardone ribatte che “al tavolo la Fisascat porta la voce della maggioranza dei lavoratori e non abbandonerebbe mai una discussione, peraltro richiesta formalmente più volte come testimoniano le carte. Anche in questo caso l’assessore butta la palla in tribuna per non rispondere nel merito e si abbandona ad illazioni gratuite e calunniose palesando tra le righe il suo vero obiettivo, ovvero dividere i lavoratori. È utile ricordare che nel verbale della prefettura del 30 luglio 2020 lo stesso Cupparo dichiara che la Regione dovrà procedere in tempi brevi ad una revisione del servizio. Ebbene, è quello che attendiamo e rivendichiamo poiché a distanza di un anno la suddetta verifica non è stata proprio avviata, né sono stati verificati gli impegni assunti dall’Ati subentrante, e questo nonostante i nostri numerosi solleciti”.
“È utile ricordare che è compito della committente, in questo caso la Regione Basilicata, verificare che le ditte esternalizzate rispettino il capitolato di appalto, cosa che non è stata fatta, tanto è vero che gli addetti alla sicurezza, pur avendo dimostrato senso di responsabilità durante la fase pandemica, sono stati costretti ad adire le autorità competenti per il riconoscimento degli emolumenti differiti a fronte del fatto che l’azienda che prima effettuava il servizio non ha corrisposto loro il dovuto. Trattandosi di servizi essenziali che vengono garantiti mediante risorse pubbliche, la committente è solidamente responsabile con la ditta esecutrice”.
“Da un servitore delle istituzioni pretendiamo il rispetto che si deve a chi rappresenta i lavoratori, nonché l’impegno a risolvere i problemi e a rispettare gli accordi collaborando con tutte le parti causa. Tuttavia, non è nostro costume serbare rancore, né fare battaglie ideologiche a seconda del colore politico della maggioranza di governo, perciò siamo fiduciosi nel fatto che, una volta elaborata con la necessaria freddezza e oggettività la situazione, l’assessore Cupparo converrà con noi circa la necessità di tenere corrette relazioni con tutte le organizzazioni sindacali nell’esclusivo interesse delle persone che rappresentiamo”.
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Fonte: cisl.it