E’ un vero e proprio colpo di scena l’annuncio fatto ieri dal Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese durante un evento in cui si discuteva del Green pass e dei controlli a carico dei gestori dei locali come bar, ristoranti, cinema, palestre, teatri, ecc. (obbligo in vigore dal 6 agosto), come stabilito dal Decreto:
“Gli esercenti non devono fare i poliziotti”, ha detto la ministra col tono di chi intende meglio precisare la portata della norma prevista dal provvedimento: andare al ristorante con il Green Pass “è come andare al cinema e mostrare il biglietto”.
E poi, a quel punto, ribadisce che saranno i titolari dei locali a dover provvedere all’osservanza delle misure anti-Covid, vale a dire il Green pass ma “certo non sono tenuti a chiedere la carta d’identità e faremo una circolare come Viminale per spiegare che non sono tenuti a farlo. Nessuno pretende che gli esercenti chiedano i documenti, i ristoratori non devono fare i poliziotti”.
Le parole della Ministra hanno fatto presto il giro d’Italia e il direttore generale della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe) di Confcommercio, Roberto Calugi che ha invitato a maggiore chiarezza in ordine alle sanzioni e alle responsabilità degli esercenti:
“Apprezziamo le parole del ministro Lamorgese sul fatto che non spetti ai gestori controllare i documenti, perché questo andrebbe oltre i loro doveri, ma è bene che si faccia chiarezza: se una persona esibisce un Green pass di un’altra persona e viene scoperto nei controlli a campione della polizia, un barista non può esserne responsabile e rischiare a sua volta una sanzione. Perciò bisogna intervenire sul quadro sanzionatorio: si modifichi la norma o almeno si diffonda una circolare ministeriale”.
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