Nessun incontro esclusivo tra la Asl Ta e la Cisl Fp, come erroneamente riportato da qualcuno, in tema di emergenza al Pronto soccorso SS Annunziata, bensì una procedura di conciliazione che la Legge sul diritto di sciopero e l’Accordo del 31/05/2021 tra Aran e CGIL CISL UIL, obbliga a svolgere con il soggetto sindacale che l’ha attivata; in questo caso la Cisl FpTaranto Brindisi.
Sarà stato, probabilmente, il clima feriale ad aver distratto coloro che, anziché condividere la ricerca di risposte alla condizione drammatica del Pronto Soccorso SS. Annunziata, hanno preferito soffermarsi su chi ne ha denunciato formalmente le criticità.
Eppure è un disperato bisogno di aiuto quello che proviene dal personale sanitario del SS Annunziata, che non può essere ignorato per le ricadute drammatiche sui cittadini, né può esser liquidato con la mera considerazione che trattasi di un vecchio problema.
La nuova ordinanza del 20 agosto (che si aggiunge a quella del 6 agosto) con cui il Presidente della Regione autorizza le ASL a utilizzare Medici in formazione specifica in medicina generalee Medici assegnatari dei contratti di formazione specialistica che non hanno ancora incominciato a frequentare il primo anno di corso se, da un lato, conferma la comune gravità dell’emergenza dei Pronto Soccorso evidenzia, dall’altro, il carattere disarticolato di provvedimenti che richiederebbero il confronto preventivo con le OO.SS., in particolare quelle del settore Sanità.
Alla Cisl Fp di Taranto Brindisi, dunque, va ascritto il merito di avere, già a luglio u.s., richiamato l’attenzione sulle criticità del Pronto Soccorso SS Annunziata; circostanza che ha contribuito a riaccendere il dibattito in tutta la Regione e che, senza definire un nuovo accordo nella procedura di conciliazione del 12 agosto, ha cercato di dare nuovo impulso a provvedimentiesistenti.
La necessità di superare i recinti localistici e dibattiti di corto respiro, attraverso il coinvolgimento delle confederazionisindacali ci viene, nel frattempo, confermato da uno studio della Banca d’Italia (dopo quelli della Corte dei Conti e dello Svimez)pubblicato a fine luglio scorso, sulle dotazioni infrastrutturali delle diverse aree del Paese, che descrivono una situazione di svantaggio del Sud precisando che “la rete ospedaliera è particolarmente sviluppata nella fascia padana e in alcune aree centrali e un cittadino meridionale ha possibilità di accedere a posti letto in strutture ospedaliere inferiori del 40 per cento”.
È questa la condizione da porre al centro del dibattito pubblico.
È la disparità territoriale nell’erogazione dei servizi evidenziata dal PNRR, che impone di definire entro il 2021 gli obiettivi in tema di sanità territoriale.
E’ la modifica dei criteri nazionali di ripartizione della spesa sanitaria che, come attualmente configurati, contribuendo a deprimere i servizi sanitari e sociali acuiscono le differenze tra le diverse aree geografiche del Paese; ed è questa la vera sfida che dobbiamo raccogliere portandola all’attenzione della classe politicalocale e nazionale.
In tale ambito, nel confermare l’unità sindacale come strumento indispensabile e valore da custodire gelosamente, respingiamo con fermezza gli attacchi di chi ne fa schermo dei propri limiti.
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Fonte: cisl.it