“La Cisl chiede alla Giunta Regionale di avviare subito, con la ripresa post-feriale, una fase di coinvolgimento e dialogo concertativo con le parti sociali ed economiche per costruire attraverso proposte condivise un confronto con il Governo nazionale sulle priorità dello sviluppo e del lavoro nell’Isola. Si tratta infatti di evitare che la flebile luce che si vede in fondo al tunnel della crisi, non solo economica e sanitaria, scompaia del tutto!!” E’ quanto sottolinea il Segretario Generale della Cisl Sardegna, Gavino Carta in una nota che così prosegue:
“Ora che la Unione Europea ha trasferito all’Italia l’anticipo di 25 miliardi del PNRR è ancora più urgente definire come la Sardegna debba inserirsi nella programmazione del Piano nazionale, alla luce anche di una progettualità che va rafforzata e rivisitata, cogliendo non solo possibili immediate cantierabilità delle opere, magari in tal senso fini a se stesse, ma inserendole in un contesto di idee e strategie di medio e lungo periodo, come necessario in tema di sviluppo delle infrastrutture fondamentali (in proposito è di tutta evidenza, come esempio negativo, l’esigua destinazione di risorse previste nel PNRR sul sistema dei trasporti della Sardegna).
Appare lampante la differenza, in termini di approccio e di previsione di interventi, con il secondo dopoguerra, quando, a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, le speranze di cambiamento e di elevazione sociale delle persone erano parte di passioni e sogni collettivi, e i progetti, anche individuali, erano inscritti in un disegno di trasformazione della economia e della società.
Nonostante le difficoltà e non pochi fallimenti la prima modernizzazione dell’Isola fu il frutto di quelle stagioni!!
Comunque vengano storicamente valutate tali esperienze, nelle stagioni dell’Autonomia e della Rinascita erano infatti presenti una visione strategica e un progetto di emancipazione e modernizzazione della Sardegna.
Una visione questa in continuità con le riflessioni e le elaborazioni nate intorno alle vicende della “questione sarda”, sia che la si legga nella interpretazione delle lunghe vicende dell’Isola a partire dalle scelte o dalle imposizioni di allinearsi ai Savoia con la fusione perfetta nel Regno Sardo-Piemontese, sia che la si legga a partire dal movimento dei combattenti che nel primo dopoguerra sostanziarono e alimentarono la nascita del Psd’az e l’idea di autonomia della Sardegna.
Quel filo si è interrotto!! Esauritasi del tutto la spinta propulsiva delle idee forza, proprie dell’Autonomia e della Rinascita, che avevano guidato la Sardegna dal dopoguerra e sino ai primi anni del XXI secolo, si è ormai da tempo impantanati in una quotidianità priva dell’indispensabile respiro ideale e strategico.
A distanza di qualche mese vengono purtroppo confermate alcune nostre preoccupazioni su come la Regione Sardegna si appresta a vivere la fase di programmazione e attuazione del Piano di ripresa e resilienza.
Per questo ribadiamo alcune nostre valutazioni nella speranza che la Giunta regionale inverta la rotta e convochi le parti sociali, per costruire un fronte unito che definisca una strategia condivisa, da proporre anche al Governo nazionale e alla Unione Europea, che vada oltre la mera elencazione di progetti, peraltro in gran parte non positivamente valutati dal Governo nella stesura del Piano.
La Giunta regionale, infatti, lo ribadiamo, non ha saputo precedere l’approvazione del PNRR da una riflessione adeguata e puntuale sull’attuale stato della questione sarda, e sulle proposte necessarie ad affrontarla per poi trasmetterle al Governo, previo coinvolgimento delle rappresentanze sociali, economiche e degli Enti Locali.
E’ illusorio pensare di affrontare i problemi economici e sociali della Sardegna prescindendo da una strategia condivisa, sul piano politico e sociale, senza aver sciolto i nodi riguardanti la continuità territoriale delle persone e delle merci, i costi della insularità, il potenziamento delle infrastrutturazioni materiali e immateriali, l’efficienza del sistema Regione attraverso una sua diversa organizzazione nel territorio e il rafforzamento della sua capacità attuativa, un efficace sistema formativo capace di innalzare e innovare le competenze, un’organizzazione della sanità e a misura dei bisogni del cittadino.
Nulla per ora fa pensare che esistano una strategia ed una visione che preveda progetti, un cronoprogramma, una definizione complessiva di risorse, una cabina di regia anche regionale che risponda in termini unitari della complessità programmatoria e attuativa, capace di cogliere la complessità e la concomitanza temporale dei Fondi strutturali europei con quelli del PNRR.
Certo gli assessorati svolgeranno il loro ruolo, ma, a prescindere da tutto ciò, se solo si guarda ai tempi della burocrazia e alla capacità attuativa è evidente quanto urgente sia sedersi intorno a un tavolo per invertire l’attuale rotta.
Si tratta di interrogarsi, e di dare risposte, su come e con quali progetti, e con quale rilevanza nella soluzione dei problemi più urgenti per lo sviluppo e il lavoro, incideranno nell’Isola la digitalizzazione, la transizione verde, la mobilità sostenibile, e le sei missioni individuate dal PNRR, in aggiunta alle risorse messe in campo dalla programmazione dei Fondi strutturali per il prossimo settennio.
Pure in forte ritardo rispetto alle necessità dell’Isola e alle scadenze nazionali ed europee, è dunque indispensabile mobilitare le migliori energie, e mettere insieme capacità di governance e proposte condivise, maturate attraverso il confronto e l’apporto delle forse sociali, economiche e degli Enti Locali.
Questo è l’unico segnale in grado di esprimere forza e rappresentanza reale degli interessi dell’Isola.
L’alternativa è avere un ruolo residuale nell’attrazione delle risorse del PNRR, come già si nota dalla scarsa credibilità delle proposte all’attenzione del Governo nazionale” – conclude la nota. .
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Fonte: cisl.it