Si è tenuto ieri ed oggi, in videoconferenza, il comitato aziendale europeo di CNH Industrial, che ha visto al centro della discussione i temi dello spin-off.
Entro il primo trimestre del 2022 è difatti prevista, al compimento di alcune condizioni procedurali, la scissione della attuale CNH Industrial in due società indipendenti, l’una per il settore agricolo e di movimento terra, così detto off-highway, l’altra per il settore dei veicoli commerciali, così detto on-highway. I termini originariamente previsti erano difatti slittati a causa della pandemia; nel frattempo è comunque maturata la decisione di ricomprendere nel settore on-highway, oltre Iveco e FPT, sia Astra sia Iveco Defence, nonché in Emea i servizi finanziari. Ciò significa che ad una prima stima il 75% dei 16.500 lavoratori italiani finirà nello on-highway.
Dal punto di vista formale nulla cambierà per i lavoratori il cui datore di lavoro resterà inalterato, poiché a passare di mano saranno le azioni senza trasferimenti di azienda, salvo specifiche eccezioni e in ogni caso sono esclusi impatti negativi sull’occupazione. Anche il piano industriale resta fermo, così come peraltro definito nell’accordo sindacale del marzo 2020. Naturalmente sarà compito del sindacato seguire gli sviluppi delle strategie aziendali sul lungo termine, riponendo la massima attenzione alle possibili ricadute industriali e occupazionali, anche alla luce di tutto ciò che sta avvenendo nel settore in termini di cambiamento tecnologico.
Prima della scissione l’attuale Cae di CNHI proverà a raggiungere un accordo per la costruzione dei Cae dei due gruppi futuri, al fine di dare continuità al confronto anche a livello europeo sia per la società off-highway sia per quella on-highway. Per quest’ultima in ogni caso la legge prevede necessariamente la costituzione di un comitato speciale di negoziazione con tempi inevitabilmente più lunghi.
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Roma, 2 settembre 2021
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Fonte: fiom-cgil.it